martedì 12 giugno 2018

223-225

~223~
sciocchi gliceri

isole attriti
faggi derisi
scarpe giulive
mare risaie

-“Sciocchi gliceri” introduce il noto proverbio “il riso abbonda
sulla bocca degli sciocchi” intendendo il riso nel significato di
ridere”.“Risaie” esprime, tuttavia, il riso come alimento, una
specialità della pizzeria “Peter Pan ”.“Isole” sta per la famosa
Isola che non c'è” a richiamare un ristorante che mio padre
frequentava assiduamente. Le porzioni di riso venivano offerte
con il contagocce e questa usanza risultava enfatizzata dal
momento che i piatti erano enormi mentre il riso occupava
un'invisibile (“occhi” in “sciocchi”) corona circolare del piatto.
Una delle rarissime volte in cui feci il bis in un ristorante !
Avendo notato quel mio insolito sprint gastronomico, mio padre
si privò volentieri di tutta la sua dose di riso (“faggi derisi”),
l'invisibile pugnetto concesso dalla portata. In “scarpe giulive”
è citato un negozio di scarpe dal nome “Peter Pan”: mio zio
mi regalò diversi sacchetti (“gliceri”: infatti erano simili
a quelli contenenti lo zucchero) porta-scarpe, l'ideale da
usare in palestra, aventi stampigliato il marchio di quel
negozio.“Mare” va con “scarpe” e si rifà all'abitudine della
madre di Nicolò (il “re” in “mare” è riferito a Stefano, un
esperto di risate, “risaie”) di buttare via le scarpe qualora
avesse pestato i classici ricordini... Naturalmente, quando ciò
accadeva, si scatenavano furibondi attriti ! “Riti” in “attriti”
intende pure i tiri del riso durante le nozze di maga Nicknameri:
gli invitati sospendono l'agone e preparano l'assedio...-

 
 
~224~
specchi parrucchieri

coda asciutta
faggi ciurma
tragici baci
sani regali

-Questo nicknameri è ambientato presso gli ariosi servizi del
doposcuola: “specchi parrucchieri” intende lo specchio a
grandezza naturale di fronte al quale si trastullavano le
bambine giocando a fare le donne, con acconciature e trucchi
vari...“Coda” sta sia per quella lunghissima di una certa
Alessandra, sia per quella delle povere (e terrorizzate, “tafa”
in “asciut/ta fa/ggi”: infatti sbattevano le ali, da “regali”,
all’impazzata…) cocorite, vittime dei disturbi di Giuseppe
(“asciutta”) che si divertiva ad agguantarla attraverso le
sbarre: la gabbietta delle cocorite era ubicata poco prima del
lungo e stretto corridoio che portava ai servizi. Suor Lorenzina
aveva l'abitudine di radunare le varie classi all'interno del
salone mandandole a lavarsi le mani a turno (“ciurma ” sta per
classe”): era, infatti, impossibile, per l'esiguo numero delle
postazioni presenti, convogliare tutto il folto gruppo in un'unica
tranche. “Tragici baci” intende la volta in cui mandai a Davide
un piccolo bacio con la mano: era un gesto che solevo eseguire
con mio padre (“faggi”) e che, per equivoco, avevo rivolto a lui.
Dopo la mia pronta spiegazione, Davide si era messo a ridere:
era solito commettere pure lui simili gaffe, ad esempio
chiamandomi “mamma” al posto di Mara...“Sani regali”
intende le frequenti epistassi (“sani” per “nasi”) che spesso
facevano correre Stefano in bagno: il sospetto che se le cagionasse
infilandosi le dita nel naso "a mo' di Sgorbions" era piuttosto forte...-


 ~225~
forti scudieri

pitone cibi
querce radici
statue cantine
scherzi formine

-Mia madre (“querce”) ed io frequentavamo pochissimo la
cantina anche per la folle paura dei topi: “pitone” esprime
l'ansiosa domanda “n'è che non è un topo ?”,“topi/n'è” in
pitone”, evidenziando quel retorico “n’è”, probabilmente
dovuto al francese “n’est pas ?”, che lei mi ripeteva infinite
volte mentre percorrevamo il funereo, polveroso scantinato.
Precisi frangenti dell'anno cadenzavano le nostre escursioni
in cantina: al momento di rispolverare le bici (“cibi” per
bici”) dopo la lunga astinenza invernale, al sopraggiungere
del Carnevale (“scherzi”), delle vacanze al mare (“formine”)
e del periodo natalizio (“statue” esprime le statuette in gesso
del presepe: erano già appartenute all'infanzia di mia mamma,
querce radici”, e lei ne aveva una cura estrema avvolgendole
una per una per non scheggiarle). La cantina aveva sempre la
solita lampadina bruciata che una promessa da marinaio
avrebbe voluto sostituire: nel salire la ripida scala con la bici
sotto braccio, mia madre era solita citare la forza fisica del
nostro vicino di casa, addirittura disposto a portarla su e giù
tutti i giorni pur di non farsela rubare ! “Forti” intende pure
il quartiere “Orti” dove il nostro vicino si trasferì non sapendo
che di lì a poco ci sarebbe stata una terribile alluvione...
Scudieri” indica il farmi scudo di mia madre che mi faceva
andare su dalle scale per prima avendo paura di travolgermi
con la sua bicicletta !-