~266~
rauchi
vaporieri
franca
febbre
mare
di tacco
otto
dicembre
cafarnao
sacco
-L'otto
dicembre, giorno dell'Immacolata Concezione, era
un'occasione
davvero solenne e le Suore erano solite preparare
una
pomposa Messa cantata alla quale erano presenti
innumerevoli
persone; per dare un'idea vaga sul numero delle
presenze,
è sufficiente moltiplicare per due (i genitori)
il
numero (circa cinquanta) dei bambini implicati nella recita
canora.
Al risultato occorre aggiungere gli altri parenti (fratelli,
sorelle,
nonni, amici...), persone comuni interessate alle
celebrazioni
e, perché no, anche gli insegnanti (ad esempio, ero
riuscita
a distinguere la maestra Franca, “franca”, tra
la folla).
“Febbre”
è da collegare a “sacco” (cognome di Roberta) e
a
“tacco” (sta per un'altra Roberta): fra i solisti di quell'otto
dicembre
aveva debuttato la Roberta (un’altra ancora) che
aveva
aderito al soggiorno estivo organizzato in montagna,
ammalandosi
quasi subito. Come l'esuberante Nicolò (“mare”),
Roberta
aveva cantato la strofa dell'impronunciabile (allora lo
era)
Cafarnao senza tradire difficoltà: inoltre era pure riuscita
ad
evitare le puntuali raucedini al sopraggiungere delle recite.
Risultava
consigliabile un massiccio aerosol (“rauchi
vaporieri”)
! Il “re” è contenuto in
ben tre (numero perfetto)
parole
forse perché il suo momento perfetto, il Natale, era
~267~
crucci
ortotteri
tragico
faggio
copioso
tacco
franca
agreste
unica
serpe
-Si
narra l'abitudine di Roberta (“tacco
”:
in quel periodo
ostentava
moltissimi ciucci, da “crucci”, di plastica colorata
appesi
allo zaino, all’astuccio… Approfondisce ciò il
nicknameri
“rari toreri”) di aiutarmi (“pio” in “copioso”),
mediante
dettatura, a copiare i miei prolissi temi. Infatti finiva
la
sua bella copia quando la sottoscritta era ancora a metà
della
brutta ! Forse lei era troppo sintetica, ma allo stesso
tempo
ero prolissa anch'io ! Alle sei, sette facciate di foglio
protocollo
non c'era rimedio: trascrivendo in fretta e furia per
scongiurare
lo scadere del tempo previsto per la consegna,
arrivavo
a commettere errori di trascrizione
(“crucci ortotteri”
indica,
appunto, le sviste di ortografia). “Franca agreste”
esprime
le domande sull'agricoltura (nicknameri “stoppie
spaventapasseri”)
che la maestra Franca mi faceva sapendo
il
mestiere di mio padre (“faggio”). Era imbarazzante
ammettere
che non ero affatto pratica di campagna avendo
scelto
di vivere in città (fin dalla nascita, “est” in “agreste”),
a
differenza di Stefano (“re” in “agreste”).“Tragico faggio”,
con
“unica serpe”, esprime il disappunto del papà di Davide
nel
sapere che solo Matteo e la sottoscritta avevano finito
gli
orali il primo giorno d'esame. Sarebbe stato sicuramente
contento
di risparmiarsi un'altra adrenalinica nottata dal
momento
che Davide, al sopraggiungere dell'esame, era solito
ripassare
con lui...-
~268~
tre
barattieri
panda
a noleggio
pila
triangolo
godzilla
spiagge
seggio
disabile
-Un'estate
escogitai di noleggiare il mio gameboy ad Antonio
(“panda
a noleggio”): questo noleggio era stato accordato in
cambio
di un
bel mazzetto di schede telefoniche (“triangolo”);
quella
collezione divenne così in voga che ero riuscita
a
scambiare delle tessere anche durante la vacanza a Pila,
nota
località di montagna. Antonio riusciva a procurarsene
moltissime
dal momento che “profanava” (“bara” in
“barattieri”)
cabine e strategici (perfetti, “tre” è numero
perfetto)
punti in corrispondenza della stazione. “Spiagge”
esprime
la vacanza al mare durante la quale cercai di
racimolarne
un bel po' perlustrando le cabine del lungomare,
in
prossimità di chioschi, edicole (“ratti” in “barattieri”
indica
Topolino)
e bar (“bar” in “barattieri”).“Tre barattieri”
intende
i numerosi baratti di giochi intrattenuti con Stefano
(“re”
in “tre”).“Godzilla” va con “seggio disabile”
esprimendo
il suo vivo desiderio di non alzarsi continuamente
dalla
scrivania della classe: essendo collocato un citofono
all'ingresso
dell'aula, Suor Lorenzina aveva l'onere di
rispondere
ai molteplici squilli. In quel frangente la Suora