~378~
pini
dispiaceri
giunture
faggi
di
querce strani
mela
agrumi
grani
intrusi
-Si
narra la decisione contronatura, allora anche
contro-tendenza
(“strani”), del parto cesareo, ossia
programmato
che aveva scelto mia madre (“querce”).
“Giunture”
è da collegare a “faggi” in quanto si riferisce
al
mestiere
del papà di Giulia (“giunture”): era, appunto,
un
ginecologo. Il “re ” di “giunture” sta per la cotta di
Stefano
per
un'altra Giulia, della classe accanto alla nostra. Mentre
giocavo
dai miei cugini (“mela”e “grani” per “melograni”),
mi
ero bagnata e la zia mi aveva prestato una loro maglietta...
Anche
quest'ultima, come quelle dei concorsi a punti, indetti
da
una ditta produttrice di yogurt (mangiavo uno yogurt agli
agrumi
al giorno, il detto “una mela al giorno”), sfruttava un
artificio
magico: se esposta alla luce del sole faceva apparire
un
disegno. Essendo tutte misura XL, le potevano indossare solo
gli
adulti (“pini”). Mi
dispiacque tantissimo dover restituire la
magica
maglietta ai miei cugini:in effetti era della mia misura
e
finalmente avrei potuto usarla (“intrusi”) dalle Suore (“pia ”
in
“dispiaceri”: in
quel periodo, al doposcuola, cominciarono
a
vedersi le prime t-shirt scritte anche sul retro)...-
~379~
pigri
gonfalonieri
sforzi
pedaggi
casini
faggi
di
firme fori
alti
marroni
-Il
padre (“faggi”)
di
Giorgia lavorava ai caselli
dell'autostrada
(“pedaggi”): Giorgia Sforzin (“sforzi”), infatti,
era
l'unica a poter vantare un grandissimo numero di viacard.
Quelle
tessere erano l'alter-ego di quelle telefoniche, ma non
arrivarono
mai al loro livello sia per la scarsa diffusione
(il
taglio più alto, quello marrone, era da 250 mila lire !), sia
per
le raffigurazioni poco fantasiose, quasi sempre classiche
vedute
autostradali.
Soltanto la serie dei “Casinò” (“casini”)
riscuoteva
interesse. “Casini” intende pure l'ardua (ad
esempio
per Nicolò, “mar” in “marroni”, “asini” in “casini”;
invece
la sottoscritta scriveva “camicie” senza la “i”…)
differenza
fra “casino”-“casinò”
e il divieto di utilizzare
la
prima parola perché era blasfemica... Altro motivo per
dissuadere
le viacard il fatto che l'utente desideroso di
conservarle
non avrebbe dovuto esaurirne tutto il credito:
in
effetti la macchina obliteratrice era deputata a trattenere
le
tessere completamente vuote. Ecco spiegato il perché
Giorgia
accumulasse quei mazzoni da regalare: io cercavo di
evitare
le viacard forate e quelle firmate sul retro. Le tessere
dell’autostrada
erano molto
aerodinamiche e si prestavano
davvero
bene alle gare di lanci…“Pigri
gonfalonieri” intende
la
cistite di cui soffriva Giorgia, vero chiodo fisso
di
Mariella (“pigri”, nicknameri “retti sfinteri”): infatti,
per
scongiurare vesciche gonfie (“gonfalonieri”), ci mandava
~380~
querce
zuccheri
pizze
palissandro
diciannove
marzo
linfe
d’usignoli
crostate
pinoli
-Le
Suore, per la festa del papà (“diciannove marzo”), avevano
l'abitudine
di distribuire prodotti promozionali che a loro volta
ricevevano
dai genitori con attività commerciali.
Dalle
merende a base di pizza ad opera di una famiglia
di
pizzaioli alle valigette del negozio di animali gestito dai
genitori
di Alessandro (“palissandro” serve a unire,
in
un’unica parola, i genitori, ovvero le piante e i figli), fratello
dell'“anguilla”.
Una valida iniziativa che univa i genitori (le
piante)
ai rispettivi figli
(la linfa): avevo usato (“usi/gnoli”)
quella
valigetta di plastica a Noli (“Noli” in “usignoli”) per
trasportare
il necessario per il mare...“Crostate pinoli” intende
rifarsi
ai dessert che venivano dati nell'albergo di Noli per
il
fatto che spesso non li gradissi (per i miei gusti difficili;
il
caso, ad esempio, della torta di pinoli) e che finissero ancora
prima
di poterli ordinare (essendo lentissima a finire, arrivavo
per
ultima)! Praticamente ogni sera andavo a comprare, in una
vicina
latteria,
artigianali crostatine all'albicocca...“Querce
zuccheri”
indica l'abitudine di conservare, durante le vacanze,
le
bustine di zucchero perché collezionate dalla mamma
(“querce”)
di Nicolò (“mar ” in “marzo”).-