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pomeriggi
interi
azzurra
federa
serena
treccia
noiosi
specchi
voraci
petti
-I
servizi del doposcuola alloggiavano uno specchio a
grandezza
naturale che ogni pomeriggio (fino alle tre, “tre”
in
“treccia”) radunava tantissime bambine, tutte intente a farsi
le
trecce e giocare a truccarsi... Interi pomeriggi immolati a
quello
specchio ! Io no (da “noiosi”) di certo perché ritenevo
quei
passatempi noiosissimi... Almeno si sudava a giocare
(a
calcio,“interi”
contiene “Inter”,
esprimendo la relativa
disciplina
sportiva) in cortile ! Azzurra (“azzurra”), Federica
(“fede”
in “federa”), Serena (“serena”), Valeria e Roberta
(“voraci”),
invece, erano spesso dedite a quel genere di
trastulli.
Ingaggiavano pettini
(“petti”) da professionisti tanto
più
che la mamma di Valeria faceva la pettinatrice... I servizi
erano
pure noti per le epistassi di Stefano (“re ” in “treccia”)
che
improvvisamente usciva dalla classe estraendo un
fazzoletto
dopo l'altro...-
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crusoe
anti-ieri
boreali
dedali
tragici
spunti
marasma
tantali
regali
insulti
-Le
sorelle Debora (“Debora” in “boreali dedali”) e Tamara
(“mara/sma
ta/ntali”), la prima della nostra età, l'altra più
grande,
erano tifosissime dell'Inter (quando la sottoscritta,
“Mara”
in
“marasma”,
era ancora anti-Inter)
o, almeno,
il
padre lavorava all'interno del club: questo spiega come
elargissero
alla classe gadgets nerazzurri... Io (ho un nickname
preciso
che lo sciamano di turno, essendo nel marasma, non
ricorda
!) avevo ricevuto in regalo un astuccio con la scritta
“Ieri
l'Inter”: conteneva una serie di spille (“spunti”) da
collezione.
Davide (“tragici”) esibiva lo scudetto del Milan
sul
colletto di una camicia a maniche corte... Era difficile
entrare
in possesso di simili reliquie e l'unica alternativa
per
trovare quelle spille era andare in prossimità degli stadi
in
tempo di partite. Dal momento che alcuni parenti di Debora
gestivano
un negozio di bigiotteria, arrivava a scuola
agghindata
di sgargianti bracciali che cercava di vendere
e
pubblicizzare...“Crusoe” si rifà a una tartaruga kinder
(si
chiamava Robinson; il nickname “foglie” è superfluo: infatti
il
soggetto in questione è provvisto di foglia impiegata a mo' di
barca)
di cui Debora mi regalò degli adesivi. “Regali”
intende
pure
il fatto che Stefano, con la complicità di Nicolò (“mar ”
in
“marasma”) avesse preso in giro Debora con battutine e
vari
insulti del tipo “Occhi di cacca ”, parodia del famoso
“Occhi
di gatto”...-
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cachi
duemiliferi
volti
marziani
azzurra
delizia
nastri
spirali
riva
liquirizia
-Marzia
(“marziani”), al doposcuola, ricopriva la mansione
di
insegnante di danza classica e moderna. Arruolata per
preparare
recite e saggi, insegnava coreografie e balli anche
ai
più negati. In certi casi fingevo di non essere portata;
un
po' me la cavavo, ma non mi andava giù il fatto di
sacrificare
il tempo destinato alle partite di pallone…
“Era
così noioso danzare !”: fra le bambine, ero una delle
poche
a dichiararlo.
Azzurra (“azzurra”), una promessa
(astro
nascente,“astri” in “nastri”) della danza, aveva modo
di
deliziarsi nei giorni destinati alle prove ! Sebbene avessi
scelto
danza moderna per evitare gonne e tutù vari, il mio
sogno
rimaneva sempre quello di saltare giù dal palco del
teatrino
e raggiungere
il campo da calcio. “Riva” andrebbe
scritto
con l'iniziale maiuscola per esprimere il famoso
calciatore
e, di conseguenza, il calcio in generale. Una volta
la
musicassetta di Marzia si inceppò e lei fu costretta a
riavvolgere
(“volti” per “riavvolti”) tutto il nastro facendolo
fuoriuscire
manualmente dalla classica spirale interna a
mo'
di
liquirizia. “Marziani” intende pure Nicolò (“mar”) e, in
particolare,
suo papà alle prese con uno sconvolgente can can
in
cui esibì delle pelosissime gambe
! “Ca cca del Duemila !”
(“cachi
duemiliferi”): esclamava ai più ribelli (“rivali” in
“riva
li/quirizia”) Suor Lorenzina,
vagheggiando gli ancora