~4~
salti mandorlieri
salti mandorlieri
vette faggio
febbre doppio
tarda coperta
luna minuzia
-Ci pensò la febbre ad anticipare il mio ritorno a casa durante
la vacanza estiva in montagna (“vette”): anche se le Suore
(“pio” in “doppio”) si offrirono di curarmi sul posto, optarono
diversamente i miei genitori. Infatti mio padre (“faggio”)
predispose il ritorno adagiando una coperta sulla
macchina.“Coperta” anche per la “s/coperta”, a scoppio
ritardato, di Super Mario (prima di divenire celebre, era
chiamato “Jump Man”, “salti” in inglese e “man” in
“mandorlieri”: inoltre le iniziali di “salti mandorlieri”
coincidono con quelle del videoludico eroe) che notai, per la
prima volta, proprio durante quella vacanza, sebbene il prode
eroe fosse già in voga almeno da una quindicina d'anni... I livelli
zeppi di calibratissimi salti venivano affrontati da un bambino
cinese di nome Giorgio (“mandorlieri” intende i suoi occhi
a mandorla, tipici di quell'etnia). Arrivata a casa, chiesi
febbricitante quel videogioco a mio padre che mi accontentò
subito anche se sbagliò titolo portandomi a casa il numero due
(“doppio”). L'insoddisfazione iniziale mutò in gratitudine non
appena affrontai il bellissimo livello ambientato sul suolo
lunare, eccelso e minuzioso nella grafica. Stefano (“re” in
“febbre”) se lo fece prestare e forse è ancora lì che ci gioca
perché quella cassetta non ha più fatto ritorno...-
la vacanza estiva in montagna (“vette”): anche se le Suore
(“pio” in “doppio”) si offrirono di curarmi sul posto, optarono
diversamente i miei genitori. Infatti mio padre (“faggio”)
predispose il ritorno adagiando una coperta sulla
macchina.“Coperta” anche per la “s/coperta”, a scoppio
ritardato, di Super Mario (prima di divenire celebre, era
chiamato “Jump Man”, “salti” in inglese e “man” in
“mandorlieri”: inoltre le iniziali di “salti mandorlieri”
coincidono con quelle del videoludico eroe) che notai, per la
prima volta, proprio durante quella vacanza, sebbene il prode
eroe fosse già in voga almeno da una quindicina d'anni... I livelli
zeppi di calibratissimi salti venivano affrontati da un bambino
cinese di nome Giorgio (“mandorlieri” intende i suoi occhi
a mandorla, tipici di quell'etnia). Arrivata a casa, chiesi
febbricitante quel videogioco a mio padre che mi accontentò
subito anche se sbagliò titolo portandomi a casa il numero due
(“doppio”). L'insoddisfazione iniziale mutò in gratitudine non
appena affrontai il bellissimo livello ambientato sul suolo
lunare, eccelso e minuzioso nella grafica. Stefano (“re” in
“febbre”) se lo fece prestare e forse è ancora lì che ci gioca
perché quella cassetta non ha più fatto ritorno...-
~5~
pani insalatieri
pani insalatieri
pigro tavolo
panda liquido
ghigno d’angelo
cieco sibilo
-La mia baby-sitter Angela (“angelo”), portandomi all'asilo
dalle Suore, era diventata amica della maestra Mariella
(“pigro”). A mensa servivano rinforzi; in questo modo Angela
si candidò per un periodo di prova. Nel versarmi la Coca Cola,
aveva trascurato il fatto che non la bevessi: infatti, perfino alle
feste di compleanno, mi trovavo costretta a chiedere l'introvabile
acqua naturale che solo la madre di Antonio (“panda”: la sua
bibita, “liquido”, preferita era appunto la Coca Cola) aveva
l'accortezza di introdurre durante la festa del suo compleanno...
Togliendo il bicchiere all'improvviso, Angela rovesciò la Coca
Cola sul tavolo mignon dell’asilo; Suor Lucia (“cie co”: infatti
Santa Lucia ne è la protettrice) si limitò a un piccolo biasimo
(“sibilo”), ma Angela mi mostrò un ghigno orribile.
Oltre all'acqua, avevo ingaggiato una ferrea lotta ai panini
all'insalata di Suor Lucia che considerava la moltiplicazione
~6~
visi vellutieri
visi vellutieri
d’erba conati
infranti rottami
teiere estive
narici micce
-Stefano (“re” in “teiere”) si divertiva a mimare il gesto di
cibarsi di qualcosa per poi simulare, esclamando dei “lo
rivoglio, lo rivoglio !” (“d'erba” per la celebre “Erba voglio”),
finti conati di vomito. Inoltre aveva un debole distruttivo per
alcuni giocattoli (“infranti rottami”): in questo modo poteva
studiarne l'ingranaggio sfamando la sua insaziabile curiosità.
“Infrangibile, no si è rotto !”: urlava al momento di compiere
i suoi riti sacrificali... La sua “esse moscia” aveva suggerito una
parodia della frase “Io bevo l'Esssstathe” (“teiere estive”
esprime la nota bibita estiva). Aderiva alle classiche forme
d'insulto del tipo “faccia di velluto” (“visi vellutieri”); inoltre
era un fervido seguace dei due tormentoni in auge nella classe:
le “ca ccole”, che ironizzavano sulle pulizie nasali (“narici”)
e le “micce ” che propugnavano divertenti esplosioni vocali
impiegando delle cartacee bombe…-