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pugni dazieri
pugni dazieri
regia anguilla
drago metallo
pari o dispari
palla o campo
Le partite di calcetto prima di fare i compiti erano un vero e
proprio rituale del doposcuola. Al ritorno da mensa, Iacopo
(“drago” di cognome) correva a prendere il pallone e ,
farfugliate le formazioni, i due capitani iniziavano a fare “pari
o dispari” per assegnare palla e campo. Il centrocampo era
delimitato da una griglia di metallo, i falli erano all'ordine del
giorno... Ne seppe qualcosa Stefano (“regia”) quando Ricky
(“anguilla”) per poco non gli ruppe la caviglia: da quel giorno
solo calcio videoludico ! “Pugni dazieri” intende la condizione
di immunità prevista dal “pugno”: per fermare il gioco
occorreva urlare ed esibire il pugno dichiarando un valido
motivo (“dazio”). Il “fuori pugno” serviva a riprendere
il gioco...-
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pigri tappezzieri
pigri tappezzieri
raggi assetati
soffici speroni
unghie substrati
mani sproporzioni
-Mariella (“pigri”) ci faceva disegnare: frequenti le
raffigurazioni del sole umanizzato con gocce di sudore sulla
fronte e bibita dissetante fra i raggi tracciati col righello...
Un'altra tipologia di disegno, la mia preferita, rappresentava
paesaggi innevati impiegando batuffoli di cotone su cartoncino
nero per ottenere la soffice consistenza della neve... Erano
disegni un po' scomodi da riporre nella cartella perché si
speronava subito il cotone ! La sorella maggiore (“substrati”)
di Gianna (“unghie”) mi aveva suggerito un modo semplice per
disegnare le mani: realizzava due banali cerchi rosa, stessa cosa
per la faccia, senza troppo badare alla misure e alla fine le mani
tradivano inevitabili sproporzioni. I pennarelli di Mariella,
a causa dei frenetici utilizzi collettivi (in più alcuni tracciavano
degli arcobaleni impugnando tanti colori alla volta),
presentavano tappi (“tappezzieri”) multicolore, effetto dei
più rocamboleschi miscugli...-
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laconici pistoleri
laconici pistoleri
foglio sottile
scarsi passaggi
sacco machiavelli
foruncoli faggi
come leoni
intercettazioni
-Il padre (“faggi” indica mio padre e vale anche in generale)
di un bambino che veniva al doposcuola, affiancava la maestra
Tiziana (“foruncoli”) in vista del campionato di basket.
Ci raccomandava di sollevare, in prossimità dei tiri, i talloni
quel tanto che basta a farci passare un foglio sottile: era solito
darci altri saggi (“saggi” in “passaggi”) consigli…
La squadretta della scuola amava l'improvvisazione e praticava
una mossa (un’azione, “azioni” in “intercettazioni”) senza
dubbio disprezzata da tutti gli allenatori. Infatti, ogniqualvolta si
stava per perdere palla in attacco perché il pressing della difesa
aveva stroncato la nostra avanzata, arrivavano i machiavellici
passaggi all'indietro ! Chiudendo gli occhi si catapultava la
palla all'indietro agevolando spesso l'ottica del punteggio:
“il fine giustificava i mezzi”, insomma. Alla fine delle partite più
ostiche l'allenatrice si complimentava soprattutto con le
bambine, Roberta (“sacco” di cognome), Francesca (“s carsi”
di cognome)... Gareggiavamo “come leoni” (“leoni” indicherà,
dal prossimo nicknameri, il cane di Stefano, qui il cane è una
parte della pistola,“pistoleri”): il mio forte erano
le intercettazioni dei passaggi avversari, quello dell'interista
(“inter” in “intercettazioni”) Nicola (“laconici”) lo sfottò
“Nicola pistola !” che le tribune prontamente eruttavano
se perdeva palla...-