martedì 12 giugno 2018

33-35

~33~
doni fogliferi

alla cattedra
di napoleone
lettere serie
mete di plotone

classe d’anguilla
a come azzurra

-La maestra Michela (“napoleone”) insegnava storia e
geografia nelle sezioni A, B e C. Se il voto meritava, aveva
escogitato di segnarlo perfino sulla mano a mo' di
tatuaggio ! La sua cattedra diventava subito un'affollatissima
(“plotone”) meta… Quest'ultima parola, al plurale (“mete”),
esprime anche le metafore e, in particolare, la sezione A era
stata paragonata alla serie A di calcio, la nostra, la B, alla B e
la C alla C... Un’altra trovata riguardava la formulazione dei
giudizi in forma letterale (le “lettere” erano, quindi, una cosa
seria) al posto di quella numerica. La valutazione massima, ad
esempio, veniva indicata con la lettera “A”, “B” era “buono”,
C” “sufficiente”,“E” “gravemente insufficiente” ecc... Quel
sistema di valutazione durò così poco che ci si riabituò subito
ai classici voti in numero. Azzurra (“azzurra”) viene citata sia
come esponente della “classe dei geni”, la sezione A, sia per
la presunta cotta avuta per lei da Stefano (“re ” in “lettere”).
Anguilla”, al contrario, si rifà agli scambi di sorprese kinder
che avvenivano sui banchi di scuola al mattino presto: spesso
Ricky (“anguilla”) si trovava costretto a cedere i suoi doppi in
cambio dei fogli protocollo ! In quel periodo circolava la serie
dei dinosauri (“dino” da “doni” per “Dinos”), impegnati in
uno scanzonato cantiere edile...-


~34~
lire solluccheri

di buondì querce
cucchiai tovaglie
bruchi rettili
gusci angeli

-Mia madre (“querce”) era così ghiotta di “buondì” da non
poter far colazione senza la loro superficie zuccherata...
Alla sottoscritta preparava una soffice ciambella tutta
sezionata a formare un simpatico bruco che non riuscivo quasi
mai a finire. Chiazze di miele decoravano spesso la tovaglia:
Angela (“angeli”), infatti, introduceva nella mia bocca
spalancata un cucchiaio oltremodo carico di miele e si
lamentava quando non riusciva a condurre quella manovra
senza far colare qualche goccia... Ai trambusti della
colazione era spesso gradita l'apertura di un ovetto kinder:
la baby-sitter aveva intuito la necessità di impiegare gli stessi
gusci di plastica per assemblare il corpo della sorpresa in
questione, una creatura animalesca. Senza il suo intuitivo
contributo, mia madre ed io avremmo di certo supposto un
errato confezionamento. “Rettili” intende i coccodrilli kinder,
la serie di pupazzetti dipinti a mano (nicknameri “rettili
insigniferi”) in circolazione allora. Prima di uscire (“us ci”
in “gusci”) di casa per recarsi al lavoro, mia mamma aveva
inventato un tipico saluto la cui gestualità aveva a che fare con
i soldi (che chiamava “dindi”, da “buondì”), le lire. Era come
se volesse ribadire la necessità dello stipendio con cui
comprarmi giocattoli nuovi che avrebbero di certo sbalordito
(“mandato in sollucchero”) Stefano (“re” in “lire”
e “rettili”)..-

 

 ~35~
noleggi graniferi

angeli squilli
succubi grigi
complotto orario
di pane zaino

-Una volta al lavoro verso le otto (“complotto” contiene
otto”), mia mamma telefonava a casa per controllare se
eravamo lì oppure, come Angela (“angeli”) preferiva,
se eravamo già uscite. La scuola distava solo cinque minuti
e il portone era aperto alle otto e venti, il che significava la
possibilità di uscire alle otto e un quarto suonate ! Invece la
succube marcia in panetteria attendeva puntualmente il mio
zaino, fonte dei dissapori con mia madre. Era cosa assurda,
a suo avviso, trascinare lo zaino in lunghi, inutili vagabondaggi,
abitando così vicino alla scuola… Il complotto con Angela di
non dire nulla a riguardo crollava dato che mia mamma
telefonava; anche quello con mia madre di dirle l'ora esatta
delle nostre uscite dal momento che non sapevo ancora
leggerla... A me non dispiaceva andare a comprare il pane con
Angela, anzi, era divertente... E a casa il telefono grigio
(come la casacca della squadra di calcio cittadina i cui
giocatori sono chiamati I Grigi) squillava a più non posso !
L'apparecchio telefonico era ancora di quelli a noleggio, ossia
si pagava una quota senza entrarne mai in possesso. I miei
genitori sostenevano che rate e noleggi di cui gli zii (paterni,
melograni”, rateizzato nel “grani” di “graniferi”) erano
fedeli seguaci, fossero vere e proprie grane…-