martedì 12 giugno 2018

62-64

~62~
hotel consuoceri

giulivi faggi
bolli formaggi
patate lune
lire bersagli

-Mia nonna dava da mangiare al nonno (il padre di mio zio,
giulivi faggi”) un formaggino ogni sera. Quest'ultimo,
di forma circolare, era corredato da un bollo di cartone
raffigurante fumettosi personaggi... La nonna aveva escogitato,
per evitare che la colla che fissava il bollo strappasse via lembi
del disegno, di lasciarla seccare una notte e di rimuovere
il bollo solo il giorno dopo... Il passatempo preferito di mia
nonna erano le carte: quando la partita terminava in
parità lei esclamava un dialettale “a pata” (“patate”); fra le
tipologie di giochi di carte, era molto in voga la “Luna Nera”,
la simulazione di un quiz televisivo. Scopo del gioco era riuscire
a evitare la carta della luna nera scoprendo tutte le
altre.“Bersagli” intende un'enorme piattaforma calamitata su
cui era prevista una gamma di punteggi a seconda del grado
di difficoltà di lancio delle freccette magnetiche. “Lire” è
riferito alle monete da cinquanta lire (nicknameri “tragicomici
portieri”) che mia nonna setacciava dai resti della spesa e...
dalle tasche di mio zio ! Esprime pure il “re ” per la formula
Pa ce: carote e patate” che era solito usare per riappacificarsi
dopo le litigate (nicknameri “carte pacieri” in cui “carte”
esprime sia le carote, aggiungendo una lettera, sia le patate per
la motivazione appena descritta).“Hotel consuoceri” intende le
riviste “Grand Hotel” che una parente passava a mia nonna
dopo averle lette: erano collocate nei pressi del telefono (“tel”
in “hotel”), nel punto più caldo (l’inglese “hot” in “hotel”)
della rovente (d'inverno sfiorava i quaranta gradi !) cucina.-
 
 
~63~
buffi cupoliferi

rossa anastrofe
dura amilcare
gufo di cernita
sciarpa sinonima

-“Buffi” intende i puffi (basta capovolgere la “b” in “p” !
L’“anastrofe”, per incantesimo greco, sta appunto per
capovolgere”), i celebri gnomi blu caratterizzati dal tipico
copricapo (“cupoliferi”) di colore bianco. Solo il gerarca
(il “capo”, in “capovolgere”, da “anastrofe”) era dotato
di un cappuccio di diverso colore, il rosso. Avendo una
barca” (“amilcare”, essendo il padre di Annibale, si
chiamava “Barca” di cognome) di puffi di plastica (mai quanti
la cantante di quel bizzarro ritornello sulla barca da lasciar
andare fin che va… Ma che adesso mi sfugge !), mi divertivo
a rovesciarli tutti alla rinfusa sul tavolo che, per magia, si
tingeva di blu... Partiva la ricerca (“cernita” per il dubbioso
c'è ? ”) del puffo più piccolo, diverso da tutti gli altri non solo
per il formato, ma anche per il materiale, una plastica più dura.
La ricerca dava esito solo dopo diversi minuti dal momento che
era piuttosto duro stanare la preda: infatti i puffi erano tutti
uguali (“sinonima”) andando a confondersi facilmente fra loro.
Il mio preferito me lo scambiò il “re” ( Stefano) ovviamente con
il puffo re (“amilcare” contiene “re”): si trattava di quello
infreddolito, avvolto in una sciarpa rossa.“Gufo”, oltre al
mezzo di spostamento dei puffi (il volatile è presente nella sigla
del cartone), sta anche per “ufo”, ovvero per il momento in cui
si riusciva ad avvistare il puffo più piccolo: vinceva chi
lo trovava per primo.-
 

~64~
sani faccendieri

tremule colonne
effimere tabelle
serpe segretaria
rettile condanna

-Per memorizzare meglio le tabelline (“tabelle”), la maestra
Anna (“condanna”) ci sottoponeva a gare cronometrate. Erano
vere e proprie verifiche scritte e occorreva compilare in mezzo
minuto tre (“tre ” in “tremule”) colonne di tabelline. La mia
calligrafia tradiva spesso l'ansia da cronometro, perciò i
risultati, anche se giusti, apparivano tutti tremolanti, un po'
come lo s crivere di Stefano (“re” in “effimere”).
Sani faccendieri”, inoltre, rimanda alle sue numerose
epistassi (“sani” intende sempre “nasi”): il dubbio che fosse
lui a provocarle infilandosi le dita nel naso era abbastanza
forte. Una volta la maestra Anna mandò Matteo (“serpe”) e la
sottoscritta a fotocopiare la verifica di tabelline cui ci avrebbe
sottoposto al nostro ritorno. La segretaria ci tentò essendo
chiara, infatti, la possibilità di sbirciare le tabelline e
garantirsi un comodo dieci ! In ogni caso non ce la sentimmo
di tradire la fiducia della maestra anche perché ci saremmo
privati della tipica adrenalina della gara al cardiopalma...
Alla fine la segretaria (con faccia, “fa cce/ndieri”, rassegnata),
dandoci degli stupidi, rinunciò a tentarci: “rettile” esprime
la tentazione simboleggiata dal serpente (Adamo ed Eva),
anzi, concentrandomi meglio, la sorpresa kinder “Lina
Tabellina” (nicknameri “rettili insigniferi”)...-