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hotel
consuoceri
giulivi
faggi
bolli
formaggi
patate
lune
lire
bersagli
-Mia
nonna dava da mangiare al nonno (il padre di mio zio,
“giulivi
faggi”) un formaggino ogni sera. Quest'ultimo,
di forma
circolare, era corredato da un bollo di cartone
raffigurante
fumettosi personaggi... La nonna aveva escogitato,
per
evitare che la colla che fissava il bollo strappasse via lembi
del
disegno, di lasciarla seccare una notte e di rimuovere
il
bollo solo il giorno dopo... Il passatempo preferito di mia
nonna
erano le carte: quando la partita terminava in
parità
lei esclamava un dialettale “a pata” (“patate”); fra le
tipologie
di giochi di carte, era molto in voga la “Luna Nera”,
la
simulazione di un quiz televisivo. Scopo del gioco era riuscire
a
evitare la carta della luna nera scoprendo tutte le
altre.“Bersagli”
intende un'enorme piattaforma calamitata su
cui
era prevista una gamma di punteggi a seconda del grado
di
difficoltà di lancio delle freccette magnetiche. “Lire” è
riferito
alle monete da cinquanta lire (nicknameri “tragicomici
portieri”)
che mia nonna setacciava dai resti della spesa e...
dalle
tasche di mio zio ! Esprime pure il “re ” per la formula
“Pa
ce: carote e patate” che era solito usare per riappacificarsi
dopo
le litigate (nicknameri “carte pacieri” in cui “carte”
esprime
sia le carote, aggiungendo una lettera, sia le patate per
la
motivazione appena descritta).“Hotel consuoceri” intende le
riviste
“Grand Hotel” che una parente passava a mia nonna
dopo
averle lette: erano collocate nei pressi del telefono (“tel”
in
“hotel”), nel punto più caldo (l’inglese “hot” in “hotel”)
della
rovente (d'inverno sfiorava i quaranta gradi !) cucina.-
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buffi
cupoliferi
rossa
anastrofe
dura
amilcare
gufo
di cernita
sciarpa
sinonima
-“Buffi”
intende i puffi (basta capovolgere la “b” in “p” !
L’“anastrofe”,
per incantesimo greco, sta appunto per
“capovolgere”),
i celebri gnomi blu caratterizzati dal tipico
copricapo
(“cupoliferi”) di colore bianco. Solo il gerarca
(il
“capo”, in “capovolgere”, da “anastrofe”) era dotato
di
un cappuccio di diverso colore, il rosso. Avendo una
“barca”
(“amilcare”, essendo il padre di Annibale, si
chiamava
“Barca” di cognome)
di puffi di plastica (mai quanti
la
cantante di quel bizzarro ritornello sulla barca da lasciar
andare
fin che
va… Ma che adesso mi sfugge !),
mi divertivo
a
rovesciarli tutti alla rinfusa sul tavolo che, per magia, si
tingeva
di blu... Partiva la ricerca (“cernita” per il dubbioso
“c'è
? ”) del puffo più piccolo, diverso da tutti gli altri non solo
per
il formato, ma anche per il materiale, una plastica più dura.
La
ricerca dava esito solo dopo diversi minuti dal momento che
era
piuttosto duro stanare la preda: infatti i puffi erano tutti
uguali
(“sinonima”) andando a confondersi facilmente fra loro.
Il
mio preferito
me lo scambiò il “re” ( Stefano) ovviamente con
il
puffo re (“amilcare” contiene “re”): si trattava di quello
infreddolito,
avvolto in una sciarpa rossa.“Gufo”, oltre al
mezzo
di spostamento dei puffi (il volatile è presente nella sigla
del
cartone), sta
anche per “ufo”, ovvero per il momento in cui
si
riusciva ad avvistare il puffo più piccolo: vinceva chi
lo trovava
per primo.-
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sani
faccendieri
tremule
colonne
effimere
tabelle
serpe
segretaria
rettile
condanna
-Per
memorizzare meglio le tabelline
(“tabelle”), la maestra
Anna
(“condanna”) ci sottoponeva a gare cronometrate. Erano
vere
e proprie verifiche scritte e occorreva compilare in mezzo
minuto
tre (“tre ” in “tremule”) colonne di tabelline. La mia
calligrafia
tradiva spesso l'ansia da cronometro, perciò i
risultati,
anche se giusti, apparivano tutti tremolanti, un po'
come
lo s crivere di Stefano (“re” in “effimere”).
“Sani
faccendieri”, inoltre, rimanda alle sue numerose
epistassi
(“sani” intende sempre “nasi”): il dubbio che fosse
lui
a provocarle infilandosi le dita nel naso era abbastanza
forte.
Una volta la maestra Anna mandò Matteo (“serpe”) e la
sottoscritta
a fotocopiare la verifica di tabelline cui ci avrebbe
sottoposto
al nostro ritorno. La segretaria ci tentò essendo
chiara,
infatti, la possibilità di sbirciare le tabelline e
garantirsi
un comodo dieci ! In ogni caso non ce la sentimmo
di
tradire la fiducia della maestra anche perché ci saremmo
privati
della tipica adrenalina della gara al cardiopalma...
Alla
fine la
segretaria (con faccia, “fa cce/ndieri”, rassegnata),
dandoci
degli stupidi, rinunciò a tentarci: “rettile” esprime
la
tentazione simboleggiata dal serpente (Adamo ed Eva),
anzi,
concentrandomi meglio, la sorpresa kinder “Lina
Tabellina”
(nicknameri “rettili insigniferi”)...-