~158~
storti
mulineri
spettro
di pasta
futile
clima
faggi
sabati
divini
diavoli
-In
via Dante (“divini”) era ubicata una rivendita di pasta
fresca:
“divini diavoli” indica, con magico ossimoro, via Dante
e
i “diavoletti”, un tipo di pasta. “Spettro di pasta” ha due
riferimenti:
in primo luogo indica una sorpresa kinder, il
fantasmino
che fa la pasta (usando il corpo a mo’ di impasto),
in
secondo luogo mia nonna materna (per il celebre “fantasma
formaggino”,
un suo frequente intercalare che impiegava
quando
ero piccola), assidua habitué di quel negozio.
La
commessa era molto, forse anche troppo, loquace: veniva
costantemente
aggiornata circa il mio rendimento scolastico e
altre
vicende familiari. Mio padre (“faggi”) si limitava ai futili
discorsi
sul tempo (“futile clima”): andava a comprare, ogni
sabato,
un etto e mezzo di diavolini da portare a un'anziana
signora
che abitava in un paesino nei dintorni di Mulineri,
~159~
faggi
papaveri
dondoli
pavoni biciclette
frassini
lucertole lamette
dorate
proibite montagne
girovaghe
tennis di palle
-In
questo nicknameri, attribuito al paese (agricolo: “dorate”
esprime
il bar “Cannone d’oro”, simbolico punto di ritrovo…)
di
mio padre (“faggi”) e dei miei zii (“frassini”), si
ripercorrono
parecchie reminiscenze: la prima volta che
imparai
ad andare in bicicletta (“biciclette” esprime pure la
ludica
“cyclette umana” praticata da sola o in coppia,
“bi/ciclette”),
il dondolo scricchiolante, il pavone maschio dello
zio
con la sua coreografica ruota, le lucertole catturate dai
gatti
che sadicamente le usavano come giocattolo oppure
mangiavano
(“cibi” da “bici” in “biciclette”) lasciando
la
coda che, chissà come, continuava a muoversi...“Lamette”
esprime
quelle “usa&getta”
che mio padre disseminava
qua
e
là come faceva con le monete. “Dorate proibite montagne”
esprime
quelle di grano, giallo come l'oro, che mio padre mi
proibiva
di toccare, ma che riuscivo ugualmente a scalare con
la
complicità di mia cugina più grande. Giocando a tennis
e
calibrando male i lanci, succedeva di confinare sul tetto
qualche
pallina che invecchiava là nonostante le promesse di
papà
(“girovaghe” esprime pure una tela, appesa in soggiorno,
dal
titolo “I Girovaghi”)... I campi di papaveri indicano la
soluzione
del
nickname “faggi = papà” (“papà veri” in
“papaveri”:
in effetti si dimenticava ancora di accentare
“Papa”!),
andando pure a esprimere la sua ossessiva fissazione
legata
alla misurazione della mia altezza (anche il padre di
Stefano
lo spronava a crescere e il fatto che la sua altezza non
insidiasse
per niente la mia attizzava l’onta, “onta” in
“montagna”,
del “re”, eclissatosi dalla vergogna e dalle prese
in
giro, da “girovaghe”). I papaveri non sono alti, alti in una
o
soli neri
gazze
ronde galline
gambe
corte piscine
orecchi
gatti sull’amaca
zanzare
spighe pianoforti
-“Gazze
ronde galline” esprime le gazze (non le “gazzelle”)
ladre,
le rondini e le galline (animali): i maghi più esperti
in
metamorfosi le utilizzano senza passare dallo stadio
“nickname”;
“orecchi gatti sull'amaca ” un simpatico gatto con
le
orecchie a sventola che, adagiato sull'amaca all'improvviso,
era
subito saltato giù in preda al terrore...“Gambe corte”
esprime
il soprannome di un altro gatto le cui zampe erano così
corte
che pareva strisciasse: quel difetto, scoprimmo solo in
seguito,
era prerogativa di una rarissima razza americana che
faceva
di quel trovatello un gatto molto ambito. “Piscine”,
“spighe”
e “zanzare” esprimono campestri (“re” in “zanzare”
e
“orecchi” poiché anche Stefano abitava in campagna)
rimandi
estivi: i bagni in piscina con le amiche di mia cugina,
ad
esempio. “Pianoforti” invece, si rifà a un modo di dire
dialettale
che da piccola fraintendevo: infatti traducevo il “va'
a girar
l'organ !” con “va' a suonare il pianoforte” (dimenticavo
che
quello delle Suore, “pia” in “pianoforti”, l’organo della
Chiesa,
ha, per nickname, “zebra”…), ma in realtà aveva un
significato
molto più volgare. Infatti, per “organo”, si
intendeva
quello genitale
maschile ! “O soli neri” indica
il
celebre “O sole mio”, canticchiato in modo inedito, dal merlo
(“neri”
intende la colorazione del piumaggio) indiano