martedì 12 giugno 2018

211-213

~211~
ceppi beceri

scaltra pece
estinti diari
faggi fini
peli compari

-“Scaltra pece” esprime un'esile commessa, vispa e dai capelli
color pece che lavorava presso un negozio basato sulla
riparazione di merce elettronica. In un'epoca ancora a base di
pile (“pile” in “peli compari”), quella ragazza spigliata faceva
della Cep (“prodotti e componenti elettroniche” in “pece ”) un
crocevia di mistero e curiosità arrampicandosi spesso su
frasi passpartout del tipo “non è compatibile”,“è necessario
un adattatore”, frasi che ammutolivano già solo per la scaltra
sicurezza con cui venivano pronunciate... “Estinti diari”
intende l'agenda elettronica acquistata alla Cep, quella di
Stefano era siglata dai Power Ranger (“estinti” indica le loro
trasformazioni in dinosauri, animali estinti, nicknameri “zaini
forneri”). “Ceppi beceri” intende il fatto che alcuni commessi
del negozio, tempo dopo, si misero in proprio e aprirono la
Ceb ” (“bec/eri”) tradendo le loro origini (“ceppi” indica,
appunto, l'origine della stirpe, nicknameri “lumi infermieri”):
infatti la clientela li seguì a discapito dell'altro
esercizio.“Faggi fini” indica un comizio organizzato dal noto
politico Fini, visto in giro per la città un pomeriggio da mio
padre (“faggi”) e dalla sottoscritta.-


 
~212~
mari psocotteri

salvi cubi
fughe tori
cachi pediatra
faggi regata

-Il dottor Salvi (“salvi”) era il mio pediatra. Appena nata,
tuttavia, andavamo da una dottoressa di Valenza (città famosa
per l'oro,“tori” intende “t'ori”). Mio papà (“faggi”) aveva
ancora la Regata, l'unica macchina di cui non possiedo ricordi
molto nitidi. Stessa cosa per l'aneddoto che mi tramandò tempo
dopo mia madre: mi capitò addirittura di fare la cacca (“cachi”)
sul lettino della pediatra che, invece di disapprovare quel gesto,
ne fu felice dal momento che poteva avanzare una diagnosi in
tempo reale ! Tornando al dottor Salvi, esponeva all'interno del
suo studio parecchi giocattoli indispensabili per approcciarsi ai
puerili pazienti. In particolare “cubi” intende quello di Rubik
(Stefano, “re” in “regata”, aveva escogitato di smontarlo)
che Nicolò aveva con delle raffigurazioni da assemblare come
puzzle (“mari psocotteri”). Chiedevo a mia madre di convincere
il dottore a regalarmene qualcuno, ma lei era tutta intenta a
uscire in fretta (“fughe”) dal suo studio dopo avergli infilato
i soldi nel taschino mentre altri pazienti scalpitavano per
entrare... Per non chiederglieli adduceva pure il fatto che quei
giochi fossero pieni di microbi: infatti erano maneggiati da
bambini che, essendo lì, presentavano delle patologie.-

 

~213~
gnomi cheliceri

quattro ruote
radio tandem
faggi pretendenti
luci non vedenti

-Durante le mie sedute dentistiche, mio padre rimaneva in sala
d'attesa sfogliando la sua rivista preferita, “Quattro Ruote”.
La sottoscritta, avendo solo sei, sette anni (“gnomi”), inutile
dirlo, faceva i classici capricci in modo da far durare le sedute
un'eternità. Al momento di fare l'anestesia il dentista veniva
dissuaso dai miei convinti urli “No, Michele !” (“gnomi
cheliceri” intende la magica formula “no” più il nome del
dentista, allora senza figli: infatti “faggi pretendenti” indica
sia il mestiere, evidenziato dal “denti”, sia il fatto che di lì a
poco sarebbe diventato padre). “Radio” non è l'osso bensì la
radio a tutto volume che il dentista adottava per smorzare la
tensione e ingannare il tempo delle sedute...“Tandem” va con
luci non vedenti” intendendo l'insolito velocipede che avevo
notato ospitare Lucia (amichevolmente “Lu ci”), una ragazza
non vedente che, ironia della sorte, era stata chiamata proprio
come la Santa protettrice della vista (abitava in campagna
nello stesso paesino di Stefano, “re” in “pretendenti”). “Lu ci”
intende pure la lampada maneggiata dal dentista: la ditta
produttrice si chiamava “Kavolux”, proprio una parola
indicata in quei frangenti !-