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mike
e paglieri
faggi
fabbriche
serpi
ulcere
armi
domande
caffè
industrie
-Studiando
la rivoluzione industriale a scuola, la maestra
Michela
(“ulcere”) decise di visitare delle industrie locali: la
“Paglieri”,
in effetti, distava solo pochi chilometri dalla scuola.
Avendo
uno stabilimento con parecchie cabine raffiguranti
donne
in costume da bagno (la Paglieri, infatti, produceva
bagnoschiuma),
chiedevo a mio padre (“faggi”), passandoci
accanto
con la macchina, se per caso fossimo al mare ! “Mari”,
in
effetti, è contenuto in “armi” che, insieme a “domande”,
esprime
l'arma invincibile di Nicolò, ovvero l'esuberanza.
Al
momento di visitare le fabbriche locali, il temutissimo,
imbarazzante
frangente delle domande era appannaggio
dell'esuberante
Nicolò che, sebbene non facesse domande
degne
della preparazione di Matteo (“serpi”), almeno
stravinceva
sulla timidezza... L'altra fabbrica, avendo come
produzione
il caffè (caffè “Mike”: Stefano, “re” in “ulcere”,
si
vantava di berlo già !), elargì a noi bambini un chicco
souvenir
e un ovvio caffè alla maestra...-
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pizze
esoneri
pasqua
di querce
chine
visiere
panda
conchiglie
stelle
sbarrate
-“Stelle”
esprime
via San Lorenzo in virtù delle stelle cadenti.
In
quella via, appena dopo il bar (“bar” in “sbarrate”) e
collocate
proprio una di fronte all'altra, si allungavano le
ampie
vetrine della polleria e della pescheria. Le commesse
della
polleria avevano, come divisa da indossare, dei grembiuli
bianchi
con sfiziose (e bianche, ma con i loghi neri, da
“esoneri”)
visiere Nike (“chine visiere”). Una di queste, amica
di
mia mamma (“querce ”), si chiamava Antonia (“pan da”).
Assestava
colpi violenti alle povere carcasse dei polli: inoltre
le
vetrine esibivano tutto l'anno le macabre spoglie di conigli
dagli
occhi sbarrati... In occasione della festività di Pasqua,
ma
solo in quella circostanza, le vetrine cambiavano
coreografia
annoverando uova decorate.
Ben
altra cosa le vetrine della pescheria che ambivano
a
ricreare l'atmosfera dei fondali marini con un massiccio
impiego
di conchiglie.“Pizze esoneri” intende la mania, al
mare,
di rifiutare carne e pizza preferendo menù a base di
pesce:
il “re” (in “visiere”) era un gran patito di pizza
(
nicknameri “scherzi camerieri”)...-
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ratti
schineri
frassini
altari
prediche
spari
canore
spalle
banotte
nicchie
-Mio
zio (“frassini”) mi regalò
una pistola a salve e mia cugina
aveva
preso in giro la sottoscritta per la paura manifestata nei
confronti
degli spari in grado di simulare quelli veri.
In
analoghe circostanze era solita avanzare commentini
sarcastici
chiamandomi “banotta”! I “banotti” indicavano i
bambini
in generale, ma con sfumatura sardonica in forza del
fatto
che lei fosse ormai grandicella. “Canore spalle” esprime
la
mansione di direttrice del coro che Suor Lorenzina ricopriva
andando
pure a fare da spalla all'anziano prete, spesso preda
di
amnesie durante le lunghe (che duravano ore: “ore” in
“canore”
esprime l’orologio della Nike, “chine” in “schineri”,
con
cui cronometravo le omelie !) prediche...“Nicchie” indica
quella
buia (“notte” in “banotte”) di una chiesetta, assidua e
privilegiata
postazione di mia madre durante le funzioni. Infatti
sosteneva
che i banchi fossero nocivi alla schiena (“schineri”).
“Re
” in “canore” esprime, con “altari”, il fatto che Stefano,
pur
essendo un maschio, non fosse alto come la sottoscritta
stimolando
le prediche di suo papà. A Messa ultimata,
andavamo
in edicola a comprare Topolino (“ratti”) e altri
simili
giornaletti…-