martedì 12 giugno 2018

217-219

~217~
mike e paglieri

faggi fabbriche
serpi ulcere
armi domande
caffè industrie

-Studiando la rivoluzione industriale a scuola, la maestra
Michela (“ulcere”) decise di visitare delle industrie locali: la
Paglieri”, in effetti, distava solo pochi chilometri dalla scuola.
Avendo uno stabilimento con parecchie cabine raffiguranti
donne in costume da bagno (la Paglieri, infatti, produceva
bagnoschiuma), chiedevo a mio padre (“faggi”), passandoci
accanto con la macchina, se per caso fossimo al mare ! “Mari”,
in effetti, è contenuto in “armi” che, insieme a “domande”,
esprime l'arma invincibile di Nicolò, ovvero l'esuberanza.
Al momento di visitare le fabbriche locali, il temutissimo,
imbarazzante frangente delle domande era appannaggio
dell'esuberante Nicolò che, sebbene non facesse domande
degne della preparazione di Matteo (“serpi”), almeno
stravinceva sulla timidezza... L'altra fabbrica, avendo come
produzione il caffè (caffè “Mike”: Stefano, “re” in “ulcere”,
si vantava di berlo già !), elargì a noi bambini un chicco
souvenir e un ovvio caffè alla maestra...-

 

~218~
pizze esoneri

pasqua di querce
chine visiere
panda conchiglie
stelle sbarrate

-“Stelle” esprime via San Lorenzo in virtù delle stelle cadenti.
In quella via, appena dopo il bar (“bar” in “sbarrate”) e
collocate proprio una di fronte all'altra, si allungavano le
ampie vetrine della polleria e della pescheria. Le commesse
della polleria avevano, come divisa da indossare, dei grembiuli
bianchi con sfiziose (e bianche, ma con i loghi neri, da
esoneri”) visiere Nike (“chine visiere”). Una di queste, amica
di mia mamma (“querce ”), si chiamava Antonia (“pan da”).
Assestava colpi violenti alle povere carcasse dei polli: inoltre
le vetrine esibivano tutto l'anno le macabre spoglie di conigli
dagli occhi sbarrati... In occasione della festività di Pasqua,
ma solo in quella circostanza, le vetrine cambiavano
coreografia annoverando uova decorate.
Ben altra cosa le vetrine della pescheria che ambivano
a ricreare l'atmosfera dei fondali marini con un massiccio
impiego di conchiglie.“Pizze esoneri” intende la mania, al
mare, di rifiutare carne e pizza preferendo menù a base di
pesce: il “re” (in “visiere”) era un gran patito di pizza
( nicknameri “scherzi camerieri”)...-

 
~219~
ratti schineri

frassini altari
prediche spari
canore spalle
banotte nicchie

-Mio zio (“frassini”) mi regalò una pistola a salve e mia cugina
aveva preso in giro la sottoscritta per la paura manifestata nei
confronti degli spari in grado di simulare quelli veri.
In analoghe circostanze era solita avanzare commentini
sarcastici chiamandomi “banotta”! I “banotti” indicavano i
bambini in generale, ma con sfumatura sardonica in forza del
fatto che lei fosse ormai grandicella. “Canore spalle” esprime
la mansione di direttrice del coro che Suor Lorenzina ricopriva
andando pure a fare da spalla all'anziano prete, spesso preda
di amnesie durante le lunghe (che duravano ore: “ore” in
canore” esprime l’orologio della Nike, “chine” in “schineri”,
con cui cronometravo le omelie !) prediche...“Nicchie” indica
quella buia (“notte” in “banotte”) di una chiesetta, assidua e
privilegiata postazione di mia madre durante le funzioni. Infatti
sosteneva che i banchi fossero nocivi alla schiena (“schineri”).
Re ” in “canore” esprime, con “altari”, il fatto che Stefano,
pur essendo un maschio, non fosse alto come la sottoscritta
stimolando le prediche di suo papà. A Messa ultimata,
andavamo in edicola a comprare Topolino (“ratti”) e altri
simili giornaletti…-