~281~
mazzi
celiferi
ligia
barba
tragico
mento
indice
pollice
di
mare frottole
-Per
far capire che si credeva poco o proprio per niente a ciò
che
qualcuno andava dicendo c'era un simpatico sfottò,
inventato
da Nicolò (“mare” contiene “re”: Stefano non
sapeva
proprio mentire
!) o Davide (“tragico ”). Si trattava di
un
gesto coreografico dal momento che bisognava accostare
l'indice
e il pollice al mento come a voler tracciare una barba
immaginaria;
a quel punto si ripeteva più volte e sempre più
velocemente
quella manovra, anche pronunciando la magica
formula
“Gialì” (“gialì” da “ligia”).“Gialì, gialì, gialì”:
si
ripeteva, enfatizzando la pronuncia a mo di sfottò.
Quando,
al contrario, non si voleva mettere al corrente
il
presunto bugiardo (“frottole”) del fondato sospetto,
occorreva
accarezzare il mento in modo meno palese,
evitando
di dire “gialì, gialì”...“Mazzi celiferi” intende
quelli
di figurine e il classico “cèlo cèlo” nello scorrerli,
“pollice”
esprime anche la celebre fiaba “Pollicino” e “polli”
in
“pollice” l’intercalare “conosco i miei polli !”.-
~282~
pigne
sifonatteri
zaini
vitrei
chiavi
angeli
cupido
lotto
cannule
brodo
-“Pigne”
esprime
quelle da raccogliere e decorare per
il
laboratorio scolastico, ma anche i quaderni pigna.
“Chiavi
angeli” intende il fatto che la mia baby-sitter (Angela,
“angeli”)
mi mettesse ogni mattina le chiavi di casa in una
tasca
dello zaino: una volta, addirittura, le chiavi erano state
scambiate
a mo' di figurine e questo la dice lunga su come
sottovalutassimo
le conseguenze che uno scambio (“re ” in
“vitrei”
sta per i numerosi scambi di giochi con Stefano) simile
poteva
comportare essendo le chiavi oggetti che incuriosivano,
come
nel mio caso...“Cupido” è la scheda telefonica con quella
raffigurazione
e, unendo la prima sillaba a “lotto”, si ricava
il
familiare “culotto”: “fare il culotto” era il corrispettivo
di
“fare
il bidè” e a tre (“tre ” in “vitrei”) anni quell'azione
era
ancora
pilotata (“pigne sifonatteri” intende pure la mia
abitudine
di appoggiare un piede al termosifone durante la fase
bidè;
mia mamma, accorgendosene, esclamava:“La pignotta
al
caldo !”). Per farmi bere il brodo più in fretta
(la francese
pronuncia
“vit” di “vitrei”) mia mamma aveva escogitato
di
impiegare la cannuccia (“cannule”) evitando il cucchiaio
che,
tra l'altro, me lo faceva anche rovesciare. L'idea aveva
riscosso
successo anche a casa della mia pediatra !-
~283~
ninja
ombrelliferi
buia
porta
ogni
volta
bacio
scarafaggio
linfa
della sera
-Dopo
cena mio padre era solito trattenersi qualche minuto nel
buio
ingresso ove, ogni volta, prima di aprire la porta e
andarsene,
mi metteva in mano una banconota da diecimila lire.
Era
appunto raffigurato, sulla destra di quest'ultima, il noto
scienziato
A.Volta (ogni sera ricevevo un “volta”). Nel darmi
quella
specie di paghetta, papà mi baciava sulla guancia;
per
“scarafaggio” occorre spiegare che
sta sempre per
“faggio”,
ma con maggiore enfasi: infatti il magico prefisso
“scara”
richiama lo “scarrafone” e l'affettuoso detto “ogni
scarrafone
è bello a mamma sua”, anche se è stato invertito
il
genitore.“Linfa”, avendo la funzione di ossigeno per le
piante,
esprime
i soldi che mio padre chiamava scherzosamente
“ossigeno”...“Ninja
ombrelliferi” intende i ludici ombrellini
con
il faccione delle tartarughe ninja a mo' di impugnatura:
Stefano
(“re ” in “ombrelliferi”) ne
aveva uno.-