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nembi
planderi
zaini
bulloni
mari
istrioni
colera
calopsite
effetto
dinamite
-“Bulloni”
indica gli “Sbullonati” (si trattava di antropomorfi
meccanici;
il “nem” di “nembi”, con pozione “effetto
dinamite”,
suggerisce un “men”) la cui peculiarità stava
nell'andare
in pezzi a causa dei loro disastri combinati in
officina.
In altri termini, il loro corpo si poteva assemblare e
scomporre
in modo da staccare gli arti inferiori, superiori,
torace
e testa. Al contrario delle classiche costruzioni, gli
Sbullonati
sfruttavano un vero e proprio meccanismo distruttivo
che
produceva un effetto dinamite: erano, quindi, gli unici
giochi
che Stefano non avrebbe potuto rompere per sfogare la
sua
euforia distruttiva ! “Nembi planderi” contiene
il biplano
degli
sbullonati, un veicolo molto voluminoso che a stento lo
zaino
poteva alloggiare, ottenuto grazie a uno scambio.
Essendo
un giorno di rientro, avevo chiesto a Nicolò (“mari”)
il
favore di portarlo a casa sua durante la pausa mensa; avendo
rivelato
il fatto a sua mamma, quest'ultima era piombata al
doposcuola
a cantarmele (la “calopsite” è un uccello
dall'intenso
gorgheggio) di santa ragione, tutta presa dalla
collera
(“colera”). Aveva modo di arrabbiarsi parecchio
dal
momento che il figlio pestava sovente i classici ricordini
costringendola
a buttare via un paio di scarpe (fra queste le
costose
“Bull Boys”, in “bulloni”) al mese ! “Istrioni” intende
la
brillante carriera da attore che Nicolò si vantava di voler
intraprendere
dopo aver partecipato a pubblicità e
vari
provini...-
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muri
liquiferi
fortezza
cupola
infranta
bussola
astrale
predica
massimo
tragica
-Era
il 1996, anno dell'Astro-watch: non si parlava d'altro al
doposcuola.
Allo sfizioso orologio erano allegate delle cupole,
intercambiabili
in base al colore, alle scritte e all'umore...
Si
trattava di capsule trasparenti in cui fluttuava, immersa in un
liquido
acquoso, la sagoma di un piccolo extraterrestre: erano
previste
frasi del tipo “avventura senza paura”,“sono
irresistibile”
e altre scritte del genere... Jose (“bussola”) aveva
la
cupola “vado forte” e si chiedeva se avesse il pregio di
essere
infrangibile: ci pensò Massimo (“massimo”) a sciogliere
il
suo dubbio; dopo avergliela sottratta, la scagliò contro il
muro
in cortile, nel punto in cui si accede al sotterraneo che
conduce
al refettorio. La cupola si spaccò facendo fuoriuscire
un
liquido acquoso che produsse una vistosa macchia.
Al
momento di ripulirla, Suor Lorenzina constatò la proprietà
indelebile
del liquido e non risparmiò una bella predica a
Massimo.
“Tragica ” ha un legame con “muri” in quanto
Davide
era solito organizzare al doposcuola tornei di “muro”,