martedì 12 giugno 2018

83-85


~83~
premi ramiferi

nero tatto
unico ciuccio
grossi inganni
occhi dragomanni

-Le Suore erano solite organizzare pesche benefiche e altre
simili trovate per finanziare qualche progetto o incrementare
gli introiti in vista di spese varie... Era molto originale la pesca
di beneficenza al buio, in cui l’unico strumento per assegnare
i premi non era la sorte, bensì il tatto. Spesso i premi più
voluminosi si rivelavano i più odiosi (“grossi inganni”): per la
verità anche quelli più piccoli, in molti casi, tradivano l'inutilità.
Ad esempio, occorreva evitare numerosi ciucci in ceramica,
senz'altro derivanti dai Battesimi. Il bello di quella trovata era
il gesto di introdurre la mano dietro il nero sipario e tastare gli
oggetti per un po'. Naturalmente anche i genitori, portandoci
(“ramiferi” intende il portare i rami, i figli) al doposcuola,
tentavano di aggiudicarsi i premi più ghiotti (“ramiferi”
intende pure le “mani” delle piante). Un pomeriggio Iacopo
evase la vigilanza delle Suore e riuscì a sbirciare dietro al
misterioso telo (“occhi dragomanni”) riferendo a Stefano
(“re ” in “premi”) i particolari della sua indagine...-


~84~
lupi polliniferi

tortore cucina
frassini calura
ombra ciotola
vasi remora

-La cucina era spesso meta di mia cugina (“frassini”) che vi
si rintanava per evitare la calura estiva. Fresca, avvolta nella
penombra, aveva davvero una funzione edenica anche se il forte
e inconfondibile tubare delle tortore si avvertiva ugualmente.
Si rifugiava là a vedere un mucchio di cartoni fra cui “Lupin”
(“lupi”: ha torto, “torto” in “tortore”, colui che mi giudica un
mago sbadato perché era trasmesso pure il cartone animato di
Lupo Alberto”; tuttavia alcuni nickname evolvono in parole -
chiave che, come è avvenuto per “lupi+n”, suggellano anche
pozioni di parole…) e “Pollon” (“polliniferi”) di cui
canticchiava le sigle... M'invitava a guardarli, intanto riempiva
una poderosa ciotola di Fonzies, celebri bastoncini al
formaggio; indirizzando la ciotola alla sottoscritta, tradivo una
piccola remora iniziale e alla fine cedevo rispondendo con un
sì, va (“vasi”), ne mangio qualcuno”. Anche Stefano (“re” in
tortore” e “remora”) seguiva assiduamente la maratona
televisiva dei cartoni animati (il nicknameri “super poteri”
illustra il suo cartone preferito che vede protagonisti due
gemelli cinesi, “cina ” in “cu cina”) in onda al sabato
pomeriggio, giornata di chiusura del doposcuola.-


~85~
baci crociferi

fiori stabili
osti serafici
fiamme sputi
gesù avverbi

-“Ba ci crociferi” intende quelli al crocifisso di carta che avevo
colorato con i pennarelli “Stabilo Boss” (“stabili”).
Suor Elisa (“serafici”), insegnandoci catechismo, offrì a
ognuno un libretto con le preghierine della Prima Comunione.
Era il periodo dei fioretti (“fiori”) in cui si riponeva
grandissima fiducia.“Fiamme sputi” intende la sconvolgente
storia dell'ostia (“osti”) sputata, avvenuta durante la Prima
Comunione dei gemelli (“fiamme ”): infatti questi ultimi
osservarono il sacramento in un'altra Parrocchia.
Osti serafici” indica pure le ostie sconsacrate delle prove
e le puntuali raccomandazioni di non masticarle: era
considerato “empio” il fatto di rompere, masticandolo, il corpo
di Cristo. “Gesù avverbi” intende un simpatico episodio legato
a quel periodo “molto religioso”: sfogliando la rivista “Cioè”
(“avverbi”) che proponeva un quiz sui fidanzati, mio zio notò
che, alla domanda “come si chiama il tuo fidanzato ?”, avevo
risposto con un bel “Gesù”. Allora mi ammonì: “E' meglio
che tu scriva Giulio o Luca, altro che Gesù !”. Il catechismo
di Suor Elisa mi aveva quasi santificato...-