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giulivi sestieri
giulivi sestieri
faggi leone
spaghi corone
franca tragedia
quadrupede bugia
-Leo (“leone”) era il cane di Stefano (“re” e anche “corone”
per magica traduzione greca) e il loro simbiotico rapporto
divenne ogni giorno più indissolubile; la parola “leone” è
da collegare, per rima, a “corone” per ottenere il noto
per magica traduzione greca) e il loro simbiotico rapporto
divenne ogni giorno più indissolubile; la parola “leone” è
da collegare, per rima, a “corone” per ottenere il noto
“Re Leone”. Dal momento che l'entusiasmo di Stefano per
il suo cane era riuscito, giorno dopo giorno, a contagiarmi,
fui costretta a ricorrere a una bugia a quattro zampe !
Così facendo, anch'io avrei potuto parlare diffusamente del mio
Leo, soprattutto nei prolissi temi assegnati dalla maestra Franca
(“franca”). A causa di una vignetta, avevo perfino ridicolizzato
mio padre (“faggi”): il mio cane immaginario gli faceva
rovesciare, in un tema, una pentolata di spaghetti (“spaghi”).
Un pomeriggio mi decisi a confessare l'inesistenza del mio Leo:
Davide (“tragedia”: il suo cognome, “Capra”, è ricavabile dal
significato che questa parola ha in greco ove è pronunciata a
mo’ di “bugia”) si lamentò molto più di Stefano... Quest'ultimo
mi telefonò dalla casa degli zii (materni,“giulivi”: infatti
il nickname “giulivo” indicherà il fratello di mia madre e vale
anche in generale) di Genova (“sestieri” genovesi) per
avvisarmi che Leo era stato investito: ecco perché non lo
trovava più...-
il suo cane era riuscito, giorno dopo giorno, a contagiarmi,
fui costretta a ricorrere a una bugia a quattro zampe !
Così facendo, anch'io avrei potuto parlare diffusamente del mio
Leo, soprattutto nei prolissi temi assegnati dalla maestra Franca
(“franca”). A causa di una vignetta, avevo perfino ridicolizzato
mio padre (“faggi”): il mio cane immaginario gli faceva
rovesciare, in un tema, una pentolata di spaghetti (“spaghi”).
Un pomeriggio mi decisi a confessare l'inesistenza del mio Leo:
Davide (“tragedia”: il suo cognome, “Capra”, è ricavabile dal
significato che questa parola ha in greco ove è pronunciata a
mo’ di “bugia”) si lamentò molto più di Stefano... Quest'ultimo
mi telefonò dalla casa degli zii (materni,“giulivi”: infatti
il nickname “giulivo” indicherà il fratello di mia madre e vale
anche in generale) di Genova (“sestieri” genovesi) per
avvisarmi che Leo era stato investito: ecco perché non lo
trovava più...-
~11~
diari cambusieri
diari cambusieri
franca avaria
vento di naufragio
àncora natalizia
unico tuo faro
-Il Natale, sebbene ancora lontano (l’inglese “far” in “faro”),
era molto atteso, soprattutto per la tipica “ansia da regalo”.
Le settimane dell'Avvento (togliendo “av” ad “avaria”,
“vento” diventa “avvento” come per magia...) non si
limitavano a gettare tutta la scuola nella tipica atmosfera
natalizia, bensì recavano pure un'aria di naufragio nel
rendimento ! Fu la maestra Franca (“franca ”) a notare questa
preoccupante tendenza in Stefano (il “tuo” di “unico tuo faro”
è riferito al “re”): era capace di subordinare i compiti alla
chilometrica lista dei regali da richiedere, l'unico faro o
ancora di salvezza, nella tempesta di brutti voti che fioccavano
come neve... Dal momento che una simile catastrofe scolastica
risultava essere appannaggio del periodo natalizio, il tutto
si risolveva in piccole prediche... Puntualmente annotavamo
sul diario (“cambusieri”: i rimandi nautici, “cambusa”,
ad esempio, sono dovuti al “nobile vascello” del nicknameri
“anni imbriferi”), con ammirazione, tutti i regali ricevuti.-
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liguri gabbieri
liguri gabbieri
alito d’aquila
dalmata aerosol
madre benigna
plateale pizza
-La pianista Suor Benigna (“benigna”), al sopraggiungere
della recita dell'otto dicembre, era una vera certosina con
l'euforico e indisciplinato coro: in effetti le prove di canto
sostituivano le pause ricreative e questo fatto non ci andava
giù... Suor Benigna aveva una vocina così flebile e stridula da
indurre i solisti ad avvicinarsi in modo da sentirne l'alito...
Sabrina (“pizza” per la sua famiglia di pizzaioli) cantava in
coppia con Stefano, un altro Stefano (“re” in “madre”):
qualcuno vociferava che quel duetto canoro avesse prodotto
perfino un legame sentimentale fra i due... Silvia (“plateale”
per il cognome “Platti”) cantava “Su ali d'aquila” (“ali”
in “alito”); al coro, invece, spettava l'Inno delle Suore
Immacolatine, “A Madre Beltrami”. Inutile dire che i solisti
dovessero fare i conti con spietate e puntuali raucedini da
respingere con massicci impieghi di aerosol... Invece la “Carica
dei 101” (“dalmata” anche per le macchie nere intese come
i peccati) aveva il problema di non urlare troppo, sbirciando
il foglio dei canti, un collage brevettato da Suor Benigna, una
vera “ligure” in fatto di razionalizzare lo spazio o, in tal caso,
la carta: in effetti ingabbiava una vasta gamma di testi senza
troppo distanziarli…-