martedì 12 giugno 2018

173-175

~173~
fili passeri

vacche faggi
specchi infranti
fronde schiaffi
d’occhi inganni

-Prima di raggiungere il paese di papà (“faggi”),
attraversavamo un fitto viale alberato denominato “Strada
della Vacca”: questa fungeva da scorciatoia nei confronti
della strada principale. Quell'insolito tracciato, che si
chiamava così per l'avvicendarsi di cascine dedite al bestiame,
era talmente stretto che, al sopraggiungere di un veicolo
proveniente dal senso inverso, occorreva accostare e farlo
passare. Era accaduto, durante una manovra troppo frettolosa,
che mio padre e l'altro conducente si fossero ritrovati con uno
specchietto laterale in frantumi. Del resto mio papà non voleva
saperne di moderare la velocità lungo quel viale e, infatti,
prendeva a schiaffi le fronde sporgenti degli alberi: quella
strada mi appariva così stretta da temere non riuscisse a
contenere tutta la macchina di papà, ma si trattava soltanto
di un inganno visivo (“d 'occhi inganni”).“Fili passeri” indica
la volta in cui investimmo un passerotto;“fili” intende sia il
famoso detto “la vita appesa a un filo” sia “passeri necrofili”,
quindi amici della morte. Erano, infatti, incuranti delle poche,
ma fatali macchine i cui conducenti, come mio padre,
sbottavano: “Non devono stare lì, hanno a disposizione
interi campi !”.-


~174~
querce eubatteri

stracci d’erbe
porci perle
molle speranze
gole sorelle

-Le protagoniste di questo nicknameri sono due sorelle: “gole”
(oltre ai “lego”, in “gole”, di Stefano, “re” in “sorelle”)
esprime il fatto che ambedue fossero obese e quindi dedite ai
peccati di gola. La prima aveva un negozio di fiori, la seconda
provò a gestire un'erboristeria che tuttavia non funzionò come
l'altra attività alla quale finì per dedicarsi pure lei. La mamma
(“querce”: “eubatteri” intende il motto “non fiori, ma opere di
bene”,“eu” per pozione greca, su cui batteva molto, rifiutando
piante e omaggi floreali in genere) e una sua amica (“stracci”)
conoscevano bene la fioraia anche perché erano solite
rivolgersi a lei in tempo di regali. La fioraia aveva a
disposizione curiose mollette in miniatura per tenere fermi
i bigliettini augurali alle sue composizioni; utilizzai quelle
mollettine per una finalità ancora più curiosa: bloccare le foglie
d'insalata alla gabbietta dei canarini ! “Molle” esprime pure
quelle multicolore da usare come yo-yo che la maestra
Sperandio (“speranze”) regalò a tutta la classe per la fine della
scuola. “Porci perle” esprime, oltre alle sorelle (le perle viste
come elementi decorativi della sfera femminile) obese, il noto
proverbio italiano riferito alla fioraia: quest'ultima aveva un
estro creativo tale che solo pochi clienti sapevano
apprezzare. Per questo sognava di lavorare a dei progetti
più esigenti, sperimentando tecniche e stili diversi...-


~175~
svegli giardinieri

corso orario
serpe sonaglio
divine chiome
casi o parole

-Nei pressi dei giardini (di piazza Genova, nicknameri “scimmie
boleri”) e del cinema “Corso” di via Dante (“divine”), era
situato un negozio di sveglie e orologi gestito da una coppia di
coniugi. Il marito, molto loquace (“parole”), era solito
lamentarsi della sua cronica insonnia: aveva elogiato la mia età
di allora nella convinta teoria che fosse l'unica fase della vita in
cui si possono trascorrere momenti di sonno davvero tranquillo,
probabilmente per l'assenza di responsabilità e problemi in
genere...“Svegli giardinieri” intende “l'essere già svegli”,
inutile precisarlo, atteggiamento degli insonni. “Chiome”
esprime la capigliatura “alla Mannoia” della moglie: essendo
meno esperta a livello tecnico del marito, partecipava solo alla
fase del pagamento lasciando il compito persuasivo al coniuge.
In quel negozio acquistai l'alter-ego dello Swatch, l'orologio
Casio” (“casi o parole”); ne esistevano tante versioni, io mi
accontentai di quella con meno funzioni, ma il mio compagno
di classe Matteo (“serpe”) aveva al polso un modello
sofisticatissimo con fusi orari, lucina interna, calcolatrice e
bip sonoro (“sonaglio”) che annunciava l'inizio dell'ora:
aveva sincronizzato il suo orologio con la campanella della
scuola così da poterne preannunciare con esattezza il suono.-