martedì 12 giugno 2018

155-157

~155~
tredici pinzocheri

ciuffi ribelli
buddha capelli
vette libri
sdegni amici

-Fino ai tredici anni (l'ultima volta in occasione del mio
tredicesimo compleanno) la mia pettinatrice fu Laura. All'inizio
doveva addirittura collocare una montagna di cuscini sulla
sedia affinché arrivassi al lavatesta... Elogiava spesso i miei
capelli con adulatori “che bei capelli !” (“belli” in “ribelli”):
ciuffi ribelli” intende quelli del figlio (di nome Stefano, “re”
in “tredici”) adolescente che era solito farsi fare una piega
veloce e correre via dai suoi amici, fiero dei suoi ciuffi ribelli.
Io, al contrario, rimanevo anche tutto il pomeriggio a curiosare
fra i suoi intriganti oggetti del mestiere (“pinzocheri” indica
utensili molto simili alle pinze) e a intrattenere, con battute e
siparietti vari, le clienti. Di solito queste ultime mi chiedevano
che scuola frequentassi ricevendo, come pronta risposta,
l'euforico “scuola De Amicis” (in “sdegni amici”) o “De
Àmicis” alla napoletana e subito ridevano (facendo le oche, da
pinzocheri”)... La pettinatrice era una patita di escursioni in
montagna (“vette”), divorava un libro dopo l'altro e professava
una misteriosa religione, quella buddista: saperlo 
mi sconvolse !-


~156~
divini salumieri

trito golfo
hobby faggio
colla natale
asso filiale

-Le fese di carne e perfino la carne a fette m'ingolfavano, allora
i miei decisero di comprarmi la carne tritata (“trito golfo”).
In via Dante (“divini”) era ubicata una macelleria gestita da un
ragazzo, un certo Alessandro (“Ale” è contenuto in “filiale”),
molto volenteroso, anche troppo, dal momento che ci rivelava
d'aspettare con ansia il Natale solo per smaltire il sonno
arretrato ! “Colla” va con “asso” a formare la parola
collasso”, malessere di cui soffriva quel ragazzo stremato
dagli orari dell'allevamento che prevedevano levatacce molto
mattiniere per dare da mangiare agli animali e dalla presenza
al negozio di via Dante, come salumiere. Oltre all'esercizio
cittadino esisteva pure una piccola filiale gestita dal papà
(“faggio”) di Alessandro nei pressi di Lobbi (“hobby”), paesino
di campagna abitato per circa sei mesi, in corrispondenza
dell'estate, da mia nonna, assidua cliente di entrambe le
macellerie.-


~157~
finti laticiferi

sapienti niffi
divini tafani
fata bambini
querceti indiani

-“Fata bambini” indica il nome (“La Fata dei Bambini”) della
giocheria di via Dante (“divini”), inutile ribadire, frequente
meta, all'epoca, della sottoscritta. Le vetrine erano spesso
consacrate a minuziose fattorie in cui non potevano
mancare i maiali (niffo: muso del maiale) in plastica.
Sapienti” ( “pie” esprime qualcosa che non ho voglia di
rivelare) intende, con la prima sillaba di “niffi”, i “paurosi”
(“tafa” in “tafani” per indicare la paura di aprire le
prevedibili, voluminose scatole rettangolari: in effetti si
verificavano gli antipatici frangenti di ricevere molti doppi
in regalo !) Sapientini. Per fortuna la giocheria aveva
acconsentito alla proposta di scambio.“Querceti indiani”
intende i nevrotici pomeriggi immolati all'artificioso
assemblaggio dei lego e alla tediosa, ma indispensabile lettura
del manuale d'istruzioni. Mia madre (“querceti”), dopo vari
crolli di pezzi dell'accampamento indiano, aveva
rinunciato...“Finti laticiferi” indica il latte finto che si trovava
all'interno dei biberon giocattolo o i tremendi insetti 
(“api” da sapienti”) finti !-