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sudici
superi
subdoli
succhi
sublimi
subbugli
superbi
supini
sussurri
sussidi
-Si
tratta di un nicknameri tutto giocato sul suono ripetitivo
di
una ninna nanna: “supini”, in effetti, sta a indicare la
posizione
del sonno, il coricarsi. “Superbi”, inoltre, esprime
una
caratteristica del sonno dei bambini: questi ultimi sono gli
unici
a con cedersi il sonno con la “s” maiuscola, senza le ansie
dovute
alle responsabilità della vita adulta (“pini”, in
“supini”,
indica gli adulti in generale). Così i loro subbugli,
in
realtà, sono “sublimi subbugli”.“Sudici superi” intende il
quesito
“ti faccio il su su ?” che mi rivolgeva (“su/dici”, diceva)
mia
mamma al sopraggiungere di notti turbolente. I suoi
sussurri
agivano in qualità di “sussidi” (“sussidi” indica anche
il
famigerato sussidiario scolastico): in poco tempo, infatti,
ripiombavo
nel sonno... La sua super ninna nanna aveva pure il
considerevole
vantaggio di poterla effettuare in dormiveglia !
Al
contrario “subdoli succhi” si rifà all'episodio oggetto del
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occhi
gicheri
scatole
querce
etniche
rose
discolo
biscotto
lazzaro
par rotto
-“Scatole”
esprime quelle di latta che facevano da
biscottiere.“Etniche
rose” indica alcune confezioni di biscotti in
cui
si trovavano simpatici adesivi di orsetti (“orse” da “rose”)
provenienti
da tutto il mondo; la loro multi-etnicità veniva
allegramente
rappresentata mediante bandiere e divise tipiche.
“Occhi
gicheri” intende altri adesivi “otto”
in “biscotto”) di
quel periodo la cui peculiarità faceva leva
su pupille mobili e
giocose: il movimento rotatorio delle
pupille faceva assumere al volto
corrispondente le più strane
forme espressive...
Era divertente vivacizzare il momento della
colazione grazie al gioco
del “biscotto intero o spezzato” (“discolo
biscotto”). Scopo di quel gioco
era indovinare se il lazzarone
(“lazzaro”, tipologia di biscotti)
era integro oppure rotto
(“s catole” esprime il detto “rompi-scatole”),
ma minuziosamente
riassemblato per nascondere crepe e
imperfezioni.
Praticavo spesso questo ludico diversivo
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gabbie
quadrilateri
candide
cannule
farmaci
seggiole
figure
fiori
finti
abbandoni
-Durante
tutta la mia infanzia adoperai un piccolo banchetto
di
forma quadrata (“quadrilateri”). In seguito fu usato come
piano
d'appoggio per la gabbia dei canarini. Il banchetto
accompagnava
spesso le mie merende e, a questo riguardo,
sono
citate le bianche cannucce (“candide cannule”) dei succhi
di
frutta allegate ai dosatori: in quel periodo ne circolava pure
un
modello
allungabile, un po' come la penna di Stefano (“re”
in
“figure”) per indicare le cartine geografiche...“Fiori”
indica
il
bambolotto a grandezza naturale, “Fiorello”, chiamato così
in
onore del sovrano del karaoke: era spassoso inscenare
(raffiguranti
numeri, episodi scolastici
immedesimandomi
in compagni, insegnanti, altri
ruoli...
“Farmaci seggiole” esprime la volta in cui mia
madre
uscì di casa (si allontanò, l'inglese “far” in “farmaci”)
per
andare in farmacia, avendo l'influenza. Al suo ritorno mi
ritrovò
seduta al banchetto ove mi aveva lasciata, tutta intenta
ad
attaccare figurine (“figure”) e per nulla spaventata dal suo
finto
abbandono. Non mi lasciava mai a casa da sola,