~188~
peli
finanzieri
piani
divieti
siti
segreti
tecnologie
giulive
vie
-“Piani
divieti” intende “Vipiana”, un imponente negozio
di
elettronica; la tecnologia di allora proponeva
voluminosissimi
dispositivi funzionanti a pile (da “peli”):
era
spesso necessaria, per garantire l'alimentazione, una dose
industriale
di pile che, tra l'altro, costituivano una spesa
economica
non indifferente. Ne sapeva qualcosa Stefano (“re”
in
“segreti”) in fatto di gameboy: finanziare il primo (“nidi”
in
“pia/ni
di/vieti” indica la nascita della consolle portatile)
tipo
di
gameboy era abbastanza costoso se ci si giocava tutto il
giorno
come lui ! Mio zio (“giulive”) mi regalava una scorta di
pile
in occasione del compleanno o per Natale dal momento che,
a
suo dire, si trattava di regali utili... La posizione di mio zio
nei
confronti della tecnologia in genere era molto scettica
anche
se con le dovute eccezioni: infatti avrebbe voluto vietare
(“divieti”)
l'impiego obbligatorio di computer e agende
elettroniche
in ambito lavorativo, ma fu uno dei primi a usare
il
cordless (nicknameri “fissi alteri”).“Giulive vie” esprime
proprio
il suo “via”,“fuori
di qui” alla tecnologia
(simpatizzava
almeno per il videocitofono, ostentato dalle
Suore,
“pia” in “piani”).“Siti segreti” indica il periodo in
cui
i siti internet erano ancora così poco diffusi da essere
un
mistero per tutti...-
~189~
oboli
teneri
tresca
rugiada
lustra
saetta
querce
guinzagli
pulcino
tagli
-Dopo
la fine della scuola, le Suore erano solite
organizzare
piccole gite fuori porta al fine di vivacizzare
l’apatica
routine estiva.
Una volta scelsero di portarci a Lobbi,
il
paesino di campagna dove abitava Stefano.
Quella
che doveva essere la giornata perfetta del “re”
(“tre”,
numero perfetto, in “tresca”) iniziò prestissimo,
quando
la rugiada non si era ancora dissolta del tutto.
“Rugiada”
anche per “Giada”, una seducente bambina del
doposcuola
artefice di una tresca. Al campo sportivo di Lobbi,
il
pulmino (“saetta”) delle Suore accostò fra i conati e la
nausea
di Luca (“lustra”). Arrivati al centro sportivo, la
comitiva
si sparpagliò: alcuni improvvisarono una partita
di
calcio in un campo finalmente regolamentare con porte e
bandierine,
altri organizzarono un torneo di ping pong, altri
ancora,
Stefano rientrava fra questi, si rifugiarono nella
polverosa
sala bar a giocare con i videogiochi. Gli regalai
il
mio cinquecento lire, l'obolo (“oboli teneri” sta per
“tieni
l'obolo”) da immolare a “Metal Slug” preferendo
disputare
una partita in un vero campo da calcio...
“Querce
guinzagli” indica il frangente in cui la madre
di
Stefano
portò il suo cane per farcelo salutare: stavamo
visitando
una cascina di campagna sempre durante quella
gita.
“Pulcino tagli” intende un vecchio giocattolo
di
latta appartenuto a mio zio: quest'ultimo ne aveva
criticato
la pericolosità dal momento che la latta
presentava
bordi taglienti...-
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mari
talleri
stelle
bulli
toghe
maschi
giove
equatore
napoleone
-“Stelle”
sta per via “San Lorenzo”, la via cittadina a
vocazione
commerciale dove era situato il negozio di scarpe
che
si
chiamava, appunto,“toga al maschile” (“toghe maschi”),
ossia
“Togo”. “Bulli” indica le scarpe da ginnastica “Bull
Boys”,
“mari talleri” fa riferimento a una considerazione della
mamma
di Nicolò: ogni volta che quest'ultimo pestava una
cacca
di cane, era solita buttare subito via le scarpe, anche se
molto
costose (“talleri” indica le monete)...“Equatore” va con
“Napoleone”:
la maestra Michela aveva escogitato delle
collettive
simulazioni il cui scopo consisteva nell'assimilare la
lezione
sulle coordinate geografiche, longitudine e latitudine.
Un
bambino fingeva di perdersi in classe e doveva indicare ai
fittizi
soccorritori la sua esatta posizione
geografica.“Equatore”
è citato sia come riferimento geografico
sia
come contenitore di “re”: Stefano va con “leone” (“leone”
in
“napoleone”) per il cane Leo (nicknameri “giulivi sestieri”).
“Giove”
esprime un altro didattico diversivo il cui scopo
consisteva
nell'associare un pianeta a un giorno della settimana