~263~
cachi
icteri
bulli
godzilla
giovani
panda
intrusi
vette
yogurt
di lingue
-Durante
la vacanza in montagna (“vette”), organizzata
dalle
Suore, la cuoca (Giovanna, “giovani”) era ricorsa alle
temutissime
supposte. Uno dei due fratelli impallinati del basket
NBA
(“bulli” indica, per metamorfosi, i “Chicago Bulls”,
nicknameri
“panda albogaleri”) soffriva di stitichezza: “cachi
icteri”
intende i colpi (“ictus” in pozione latina) ovvero le
ironiche,
classiche scorregge e
il propizio “Chicago”!
Antonio
(“panda”)
mi aveva portato del ghiaccio da mettere sulla fronte
per
abbassare il livello della febbre. “Intrusi vette” esprime i
cambiamenti
d'abitudine (degli usi) che quella vacanza aveva
inevitabilmente
prodotto. Fra questi il fatto che Suor Lorenzina
(“godzilla”)
mi facesse leccare il coperchio di carta argentata
dello
yogurt, cosa che a casa non avrei mai fatto oppure
l’utilizzo
delle scarpe “Bull Boys” (“bulli”) in piena estate ,
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enti
ropaloceri
sabato
faggio
querce
sequenze
tacco
condanna
d'orse
promesse
-Un
sabato mattina, al sopraggiungere del suono della
campanella
d'uscita, la maestra Anna (“condanna”) assegnò,
come
al solito, una pagina di sequenze tratte dal libro
“Roselline”
(“rose” in “orse”). Roberta (“tacco ”) aveva
promesso
di farne addirittura dieci pagine ! Ecco che la sfida
era
stata lanciata: arrivata a casa riferii tutto a mamma
(“querce”),
un 'appassionata di quelle sequenze e lei, mentre
uscivo
con papà (“faggio”) per andare in campagna, si mise
all'opera
tutto il pomeriggio... Ci volle pure l'intera domenica
(al
posto della Messa, “messe” in “promesse”) per raggiungere
la
decima pagina. Arrivata a scuola, curiosa di vedere le dieci
pagine
di Roberta, ricevetti gli elogi della maestra e le
sommesse
repliche di chi aveva lanciato la sfida a parole
(“enti
ropaloceri” intende l'abitudine, tipica
degli enti pubblici,
di
fermarsi alle parole senza arrivare ai fatti) invece di
concretizzarla.
“Avevo detto così, tanto per dire…”:
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dolci
acroteri
franca
fortuna
colla
maratona
sensuali
frassini
di
regni igienici
-“Dolci
acroteri” intende, collegato a “regni”, il vastissimo
universo
di dolciumi che Stefano, in forza della sua
irrefrenabile
golosità (che, nei casi estremi, “acroteri”, lo
portava
all'acetone), conosceva benissimo. Fra le caramelle
si
diffuse un tipo di dolciume portatile a tubetto, il “push up”.
Nel
vederlo appoggiato sul mio banco, la maestra Franca
(“franca”)
lo aveva scambiato per una colla ! “Fortuna” ha,
come
riferimento, l'emblema per eccellenza della fortuna,
la
coccinella, quella porta-scotch che la maestra Franca si
portava
dietro passando, banco per banco, ad attaccare
le
fotocopie di approfondimento. Quanti chilometri di scotch
consumava
sebbene razionalizzasse allo spasimo la singola
dose
e attaccasse la fotocopia (ad aletta, “ali” in “sensuali”)
in
modo da girarla per lasciare il foglio da scrivere ! Ad ogni
banco
esternava pure un commento; arrivando al banco di
Mara
(“Mara” in “maratona”), quindi dalla sottoscritta (ahh,
che
fatale errore ho appena commesso !), si fece spiegare il
meccanismo
di quel rivoluzionario dolciume: tramite un
tiraggio
interno, era possibile tirare su e giù il cilindro
caramelloso.
Il fatto di chiuderlo e riaprirlo infinite volte era
indice
di scarsa igiene.
“Sensuali frassini” intende la mia
gaffe
nell'usare “sensuale” per “sensibile”: mia
cugina aveva