~38~
ghigni
igniferi
sventura
propizia
empirica
torcia
risucchi
di mare
biplani
canale
-“Ghigni
igniferi” intende un ilare sfottò messo a punto da
Nicolò
(“mare”) che si diffuse rapidamente in tutta la classe.
Esso
prevedeva, ad ogni minimo smacco di qualcuno, un brutto
voto
oppure una caduta, di sogghignare in un beffardo “gnè
gnè”.
Ecco, quindi, che il “gnè gnè” coronava una situazione
già
abbastanza fallimentare, era una specie di “ti sta bene” che
andava
a punzecchiare, in modo sadico, lo sventurato di turno.
Quest'ultimo,
tuttavia, avrebbe potuto, o meglio, dovuto
ricambiare
il “gnè gnè” alla prossima occasione... “Empirica
torcia”
richiama l'abitudine di mio nonno (“empirica ” allude
agli
anziani in generale, dotati di notevole esperienza,
appannaggio
di chi vive a lungo) di girare in casa munito
di
piccola torcia, davvero propizia durante la notte...“Biplani
canale”
esprime un altro episodio: Fausto (“canale”) mi aveva
scambiato
a scuola un enorme biplano giocattolo (quello degli
“Sbullonati”,
nicknameri “nembi planderi”, che piacevano una
cifra
a Stefano, “re” in “mare”). Avevo chiesto a Nicolò, che
mangiava
a casa, di tenermelo durante la fase di rientro
ottenendo,
come risultato, una secca predica di sua madre
(“risucchi
di mare”).-
~39~
ulcere
palmieri
bionda
anguilla
piccola
azzurra
triplice
ellisse
morose
mischie
-Quando
occorreva, ad esempio, scegliere fra tanti, il primo
a
cominciare un gioco, invece di sorteggiare, era praticato una
specie
di “pari o dispari” allargato, la “Miscela”. Alzando
una
mano fino alla nuca, ne veniva calato il palmo (“palmieri”)
in
modo da palesare uno dei due versi a disposizione. Era il
palmo
vincente quello che riusciva a distinguersi nel verso.
Ovviamente,
fra soli tre partecipanti (“triplice ”), era facile
stabilire
il vincitore di miscela. Al contrario, fra più di tre,
risultava
statisticamente arduo trovare subito il solo a
calare
il differente verso della mano. Il gruppo (“mischie”)
si
disponeva in cerchio (“ellisse”) e vociava all'unisono
la
parola
“Miscela” sillabandola in questo modo: “Miiii sceeeee
laaaaa
!!!”. A tale proposito, Ricky (“anguilla”) aveva deciso
di
impiegare il nome della sua morosa, Michela (“ulcere”:
essendo
omonima della maestra Michela, subentrata alla
maestra
Orsini,
“orse” da “rose” in “morose”, si sarebbe
dovuto
usare il nickname “napoleone”; dal momento che
quest'ultimo
non è sempre magico da usare, è stato scelto,
in
alternativa, il malessere di cui soffriva il famoso generale
francese),
una bionda bambina della classe di Azzurra
(“piccola
azzurra”: la fiamma di Stefano, “re” in “ulcere”,
era,
infatti, più giovane di quella del nicknameri “ragni
budrieri”).
Sosteneva che dire “Michela” al posto di “miscela”
avesse
un effetto scaramantico: più che di fortuna si trattava
di
furtive (e “morose” in questo senso: tardando qualche
secondo
nel calare la mano, riusciva a intercettare le mosse
avversarie
e ad agire di conseguenza) occhiate...-
~40~
ilari
ilocheri
putto d’articolo
rampa
cunicolo
ventiquattro
giugno
campanile
ghindo
-Quasi
ogni mattina Angela (“angelo”, ma anche il sinonimo
“putto”)
ed io, nell'andare a scuola, avvistavamo una bizzarra
coppia.
All'altezza di via Parma (“rampa cunicolo” in cui
“rampa”
contiene “Parma”) le sagome dei due coniugi,
da
lontano,
incarnavano alla perfezione il profilo dell'articolo “il”
(“il/ari
il/ocheri”) ! Infatti l'esagerata statura (in gran parte
dovuta
alle gambe, l’inglese “leg” in campani/le g/hindo” o la
pronuncia
“legghy”, dalle gambe lunghe) di lui insidiava
ancora
di più la scarsissima altezza di lei... Inoltre “campanile”
esprime
sia lo spilungone sia il campanile del Duomo cittadino,
situato
a circa metà di via Parma. Mentre quest'ultimo si rifà
all'altezza
spropositata di lui, “giugno” sta per “giù ”,
indicando
perciò la bassezza (si usa dire “giù da basso”) di lei.
L'uomo
ostentava, con fiera disinvoltura, una valigetta
ventiquattrore
(“ventiquattro”) mentre la donna,
agghindatissima
(“ghindo”), si truccava alla massima potenza.
L'idea
di coppia fa leva sull'accostamento giorno-mese
(“ventiquattro
giugno”), la cui cadenza scontata (dopo il giorno
precedente)
esprime quella dei nostri avvistamenti: in effetti
solo
un anticipo sfrenato o un’assenza scolastica avrebbe
evitato
quell’incontro così ilare… Esclamando
degli sguaiati
“l’articolo
il !”, iniziavamo a ridere come due oche
(“oche” in “ilocheri”).-