~30~
blu
saettieri
luci
passi
burri
faggi
ermes
d’angeli
gare
lacci di
-Questo
nicknameri rievoca magiche reminiscenze: “luci
passi”
si
riferisce alle scarpe con le luci in voga durante la nostra
infanzia;
anche se a mio padre (“faggi”) non piacevano, me
le
comprò lo stesso. A ogni colpo di tallone, ecco che
producevano
un bagliore luminoso, intensissimo al buio, più
tenue
all'aperto.
“Burri faggi” indica la pasta al burro che mio
padre
preparava al sabato: il piccolo cubetto di burro spariva
fra
la pasta andando a sciogliersi in quella che allora definivo
una
vera magia... La mia baby-sitter
Angela (“angeli”) ruppe
il
termometro disperdendo il mercurio in esso contenuto:
“Ermes”
è , infatti, il mitologico riferimento alla divinità
romana
Mercurio. Quest'ultima, avendo, come emblema,
i
calzari alati, impone un logico legame sia con le scarpe
di
prima, sia con le gare che si tenevano al doposcuola: vinceva
chi
se le allacciava più in fretta. Per allenarmi, le allacciavo
pure
a Stefano (“re” in “gare”) ! “Blu saettieri” identifica
i
pullman che mia madre utilizzava; le sue “saette” erano blu,
non
gialle come gli scuolabus...-
~31~
zaini
ditteri
panda
colonne
scure
scintille
strattoni
dondoli
zampilli
rivoli
cubo rosso
all’improvviso
-Un
mercoledì (giorno d’uscita di “Topolino”, “ratto” in
“strattoni”)
pomeriggio scoppiò una lite fra Antonio (“panda”)
e
Stefano (“re” in “s cure”) per motivi ormai ignoti (“scure
scintille”).
Il cubo multigioco ospitava una piccola altalena su
cui
si dondolava Antonio; accanto allo spazio occupato dal
cubo
si snodava una fila di colonne di marmo. Stefano sbatté
la
testa sullo spigolo di una colonna, avendo tuttavia la forza
di
strattonare l'altalena di Antonio per farlo cadere. Rivoli di
sangue
e zampilli rossi iniziarono a fuoriuscire dalla fronte
di
Stefano che all'improvviso lasciò perdere l'attrito con
Antonio.
Prima che il suo viso
(“viso” in “all'improvviso”)
ostentasse
una maschera di sangue, condussi il “re” dalle
Suore
che prontamente gli tamponarono la ferita. Aveva
bisogno
di essere medicato o addirittura cucito con qualche
punto.
Nel tardo pomeriggio arrivarono i suoi genitori al
doposcuola
a recuperare lo zainetto del figlio, l'unica cosa
che
era rimasta di Stefano (“zaini
ditteri” indica anche
la
famosa ditta
“Zaini” che
produceva dolciumi di cui
il
“re” era assai ghiotto, nicknameri “dolci acroteri”)…-
~32~
ville
medaglieri
cuore
frassini
faggi
d’avverbi
chiome
sabati
regali
adepti
-Ogni
sabato, giorno in cui usciva la rivista “Cioè” (“avverbi”:
infatti
“cioè” è un avverbio) che mia cugina (“frassini”)
mi
convinse a comprare, era scandito da un preciso rituale:
mio
padre (“faggi”) veniva prendermi a scuola; una sola volta
alla
settimana avevo l'emozione di distinguere la sua testa
(“chiome
” è la “testa” delle piante, qui del faggio) fra quelle
degli
altri genitori ! Infatti il pulmino delle Suore era latitante
al
sabato... Papà mi sbandierava puntualmente la rivista
“Cioè”
di cui utilizzavo solo adesivi e regali allegati: non
potevo
mica leggere una rivista da teenager a sette anni !
I
problemi di cuore di “Cioè ” erano ben diversi dai miei...
In
un periodo in cui s'imparava, grazie alla maestra Villa
(“ville”),
a scrivere “cuore” senza la “q” ! Mia cugina,
avendo
già tredici anni, inutile dire, era un'assidua lettrice
di
riviste come “Cioè”. Era, tuttavia, riuscita a contagiarmi
facendomi
diventare un'adepta dei regali di “Cioè”, avverbio
che
mio padre detestava sentire nel linguaggio parlato.
Il
sabato proseguiva a casa di papà che, lungo il tragitto, mi
chiedeva
quale voto avessi ottenuto la mattina nella verifica
di
matematica... A volte, oltre al solito dieci, riuscivo a
guadagnare
le medagliette a biro della velocità di consegna !
“Medaglieri”
indica le medagliette del “podio della velocità”
che,
temporeggiando a lungo (“ore” in “cuore”: erano diffusi
stranissimi
orologi che, al posto delle pile, impiegavano
il
battito cardiaco) nel rileggere, raramente conquistavo...
“Regali”
sta anche per il “re” dal momento che mio padre
era
solito chiedermi pure il suo voto.-