~152~
tragici
vomeri
angelo
bianco
giovane
spettro
posate
facce
di
lontre danze
-La
cucina del doposcuola non era di libero accesso; non
facendo
parte del servizio piatti, in pratica l'unico modo per
potervi
accedere, non la visitai mai: in effetti un altro modo
c'era
per poterla frequentare, il fatto di mangiare in bianco,
a
ridosso di un'influenza, ad esempio.“Angelo”, in questo
nicknameri,
indica la collega di Giovanna (“giovane”): a causa
di
un'inflazione di persone (“tre” in “lontre”) che si
chiamavano
“Angela”, il modo più comodo di differenziarle
era
l'impiego di diminutivi, del tipo “Angelina”, “Angioletta”...
L'unica
volta che vidi all'opera cuoca Angelina fu al momento
di
ritirare nel frigo un formaggino (“spettro” sta
per il famoso
“fantasma
formaggino”, appellativo che usava spesso mia
nonna:“giovane
spettro” esprime il fatto che abitava vicino alla
cuoca
in città, vicino a Stefano, “re” in “lontre”, nella seconda
casa
di campagna) portato da casa. “Posate facce ” esprime
l'usanza
di mia madre di disegnare facce ed espressioni allegre
sulla
superficie rotonda del formaggino tracciando piccoli
solchi
con le posate...“Tragici vomeri” intende la volta in cui
Davide
(“tragici”) corse in bagno a vomitare e “danze”
esprime
le lezioni di danza che iniziavano subito dopo pranzo:
occorreva
fare un mucchio di prove in vista delle recite e, a quel
pensiero,
veniva anche a me da rimettere (nicknameri “cachi
~153~
nodi
carpentieri
esuli
troni
atomi
corti
lepida
salita
vedova
discesa
-“Esuli
troni” indica la mia condizione esule quando, il primo
anno
dopo le Elementari, ero l'unica del mio gruppo (ossia
della
mia leva) a essere rimasta al doposcuola. Cercavo
inutilmente
di scorgere Stefano (“troni” indica la postazione
del
“re”) sull'imperioso scivolo del doposcuola: arrivati in
cima
dopo la faticosa (“lepida” per “smaltire i grassi, i lipidi”)
salita,
si poteva osservare tutto il cortile (“corti” e “le” di
“lepida”),
atomo per atomo (centimetro per centimetro )...
La
tentazione di evitare i gradini era forte e perciò si scalava
(“scarpinava”,“nodi
carpentieri”) lo scivolo al contrario
benché
quella manovra fosse contrastata dalle Suore con la
giustificazione
che si sarebbe rovinato lo scivolo. Alcuni
bambini,
tuttavia, perseveravano lo stesso nutrendo la
necessaria
accortezza di agire senza essere visti (“vedo” in
“vedova”)
dalle Suore. “Vedova discesa” richiama il periodo
in
cui mi ritrovai sola al doposcuola dal momento che non era
previsto
un servizio di assistenza al termine delle Elementari:
tuttavia
la maestra Sperandio (“tomi” in “atomi” rimanda al
nicknameri
“tomi polimeri”) riusciva a correggere anche
i compiti delle scuole secondarie...-
i compiti delle scuole secondarie...-
~154~
ciechi
filibustieri
pendule
calende
scale
sempre linde
d’ambra
triangoli
settemila
angeli
-Una
piccola rampa di scale che una certa Linda (“linde”:
era
arrivata in Italia con il figlio Mustapha, l'arabo
“Stefano”,
“re ” in “sempre”) era chiamata a lucidare,
introduceva
alla portineria. Arredata in maniera sobria, alle
pareti
era appeso un calendario (“calende”) ispirato alla
vita
religiosa, sulla scrivania una penna (l'inglese “pen” in
“pendule”)
e un blocco per appunti: la portineria vantava
addirittura
un videocitofono, un vero e proprio lusso per
l'epoca...
Qualche bambino chiedeva a Suor Lucia (“ciechi”) di
poter
fissare l'intrigante schermo che, collegato con una piccola
telecamera,
aveva lo scopo di segnalare presenze sospette
(“filibustieri”).
Inoltre la portineria aveva
a disposizione un
telefono
pubblico del tutto simile a quelli stradali (introducevo,
nell’apposita
fessura, le schede telefoniche della mia baby-sitter
per
farle un preciso resoconto circa il credito presente).
“D'ambra
triangoli” indica le schede telefoniche
raffiguranti
un'adolescente
Ambra Angiolini, invece “pendule” esprime
la
rara, ambita tessera del pendolino che Angela (“angeli”)
possedeva.
Essendo ancora quasi piena (“settemila” sta per
il
credito di settemila lire), trovava sempre un modo per non
darmela:
anche lei, infatti, iniziò a collezionare schede