martedì 12 giugno 2018

167-169

~167~
lustre carceri

rigide marce
lugubri piogge
vuoti pepli
piene rincorse

-Per arrivare in refettorio nelle giornate di pioggia
allungavamo di molto il tragitto: costeggiavamo tutto il cortile
invece di attraversarlo e passavamo sotto una pensilina
(“pe” di “pepli”) di rigido plexiglas (“pli” di “pepli”).
Il tamburellare continuo della pioggia faceva da colonna
sonora, amplificata dall'attrito con la pensilina, alle nostre
ordinate marce (“carceri” intende un rimando alle classiche
marce dei carcerati).“Vuoti”, in contrasto con “piene”,
esprime il tragitto di andata “doposcuola-mensa” a stomaco
vuoto, quello “mensa-doposcuola” a stomaco pieno.
A differenza del modo ordinato (con la stessa precisione
richiesta da Roselline,“rose” da “orse” in “rincorse”),
di procedere all'andata, al ritorno (senza la vigilanza delle
Suore, “pie” in “piene”) si correva alla rinfusa verso la stanza
guardaroba (“lugubri”) al cui interno erano situati gli
armadietti dove posare l'occorrente della mensa.“Lustre”è
Luca, ansioso (come Stefano, “re” in “lustre” e Nicolò, “mar”
in “mar ce”) di occupare (fino alle tre, da “lustre”) per primo il
videogioco del salone, il famoso sparatutto “Metal Slug” che,
al ritorno da mensa, veniva letteralmente preso d'assalto...-


~168~
ricchi lusinghieri

querce pipa
patti schiena
lupi giulivi
mari sfigati

-La cartoleria “Schiepatti” (“patti schiena”) aveva illustri
precedenti (“ricchi lusinghieri”): infatti mia mamma (“querce”)
la frequentava già durante il suo percorso scolastico andando a
comprarvi le famose matite giotto. Al contrario la sottoscritta
andava a comprare gli accessori scolastici di “Lupo Alberto”
(“lupi”): fra questi impossibile tralasciare l'“anti-sfiga” che
Nicolò ostentava al sopraggiungere del sorteggio che avrebbe
decretato gli interrogati (“mari sfigati”). Inoltre ero solita
acquistare numerosi gadgets calcistici nell'assortita cartoleria.
A Natale, ad esempio, regalavo a mio zio (“giulivi”) e a papà
(all'epoca lo chiamavo “papi”, in “pipa”) sfiziosissimi gadgets
rossoneri. Al momento di affrontare simili acquisti
il gestore della cartoleria, anche lui milanista, si dilungava
in tediosissime digressioni rossonere. Per fortuna ci pensava
il fratello meno loquace e più affascinante (che piaceva alla
mamma) a interrompere le sue logorroiche digressioni,
lusingandoci con un “alla prossima”...
 


~169~
querce generi

bici proverbi
divini zaini
turchi faggi
lupi villaggi

-Via Dante (“divini”) ospitava la cartoleria dove mi feci
comprare uno zaino nuovo da papà (“faggi”) oltre agli
innumerevoli accessori (“generi”) scolastici di Lupo
Alberto per il corredo suggerito dalla maestra Villa (“lupi
villaggi”). Parlando di scuola, non posso proprio tralasciare
mia madre (“querce generi”): infatti, ricoprendo la mansione di
direttrice scolastica, aveva con la scuola un legame di stretta
parentela, a dir poco genetico. Uno strano proverbio diffuso da
un altro Stefano, “Turco ” di cognome, diceva: “Mangio (“cibi”
da “bici”) per dimenticare”. Dopo averlo sentito, gli risposi
prontamente: “Cosa devi dimenticare ? Quello che hai
mangiato prima ?!”. Allora lui si mise a ridere , esprimendo
soddisfatto stupore...-