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zebre
cleri
diavoli
faggi
querce
postali
di
mani molli
panda
cipressi
-Mio
padre (“faggi”) era solito comprare un tipo di pasta
fresca,
i diavolini o diavoletti (“diavoli”), da portare
a una
signora
anziana dello stesso paesino di mia nonna paterna.
“Querce
” si riferisce sia alla madre di mio papà sia alla mia
dal
momento che le erano state regalate delle cartoline postali
di
quel paese, essendone un'accanita collezionista... Era stata
sfortunata,
da ragazza, l'anziana signora: aveva riportato, in
seguito
a una caduta, una grave fattura alla schiena. A lungo
andare
si era ingobbita, un po' come era capitato alla pianista
(“zebre”
esprime il colore bianco e nero dei tasti) del
doposcuola.
Devotissima di chiesa (“cleri”), aveva un fratello
di
nome Antonio (“panda”) gravemente malato e che mio
padre
volle assistere in momento di morte (“cipressi”, tipiche
piante
cimiteriali, intende i morti, nicknameri “doppi
ceri”).“Mani
molli” indica un
ludico diversivo messo in
atto
nel piegare le lenzuola: pronunciava questa spassosa
formula
(sta per “mani di pastafrolla”, come diceva
Stefano,“re”
in “zebre” e “cipressi”) mamma quando la mia
pasquali
imperi
traversa
gatto
signore
encomio
fumosi
cibi
mondani
bianchi
-Durante
i primi giorni delle Elementari capitava che alcune
maestre,
amiche e colleghe di mia mamma, venissero apposta
a
salutarmi in classe e subito si levavano imbarazzanti encomi
da
apoteosi (“imperi”). Stefano (“re” in “signore”) era
solito
sfottermi
con la frase “sei la signorona” anche perché le
maestre
erano parecchie (una vera saga, “traver/sa ga/tto”):
la
Pasquali (mi regalò due antichi mappamondi ferma-libri),
la
Traversa (mi dava le figurine che trovava allegate al
formaggino
Mio, “enco/mio”), la Rosetta (“gatto” perché era
una
gattara...), amica ed ex compagna di classe di mia mamma,
la
Bianchi... Inoltre quest'ultima aveva telefonato a casa
facendomi
fare una grave gaffe; essendo la sottoscritta
incaricata
di rispondere, era stata così ingenua da dire,
porgendo
la cornetta alla mamma: “E' quella che fuma ”.
Ascoltando
le mie parole, la maestra si risentì subito e mio
padre
mi spiegò la maleducazione della mia spontanea risposta.
Mi
dimostrava che era come dire gli offensivi “quella che va in
bicicletta”
(“cibi” per “bici”), e “quella che esagera con la
nutella”
(“mondani” intende il famoso spot “Che mondo
dollari
archi-batteri
cosa
c’è dentro
fame
di rottami
orologio
scale
dubbio
commensale
-La
curiosità di scoprire “cosa c'è dentro” a un gioco o
dispositivo
intrigante, un orologio ad esempio, poteva far
commettere
una follia... Ad esempio una mattina (“la
mattina
ha
l'oro in bocca ”,“oro” in “orologio”), sulla scala a
ridosso
della
mensa, scorsi Stefano sbattere il suo orologio contro
il
muro per sciogliere il dubbio del “cosa c'è dentro ?” !
La
sua insaziabile “fame di rottami” intervenne in diverse
occasioni,
inutile dire, a discapito di parecchi giocattoli...
“Commensale”
intende la magica formula “sale con me ”:
esprime
la mia complicità (“io ” in “orologio”) a patto che
i
giochi da sacrificare non fossero i miei (“il dubbio sale con
me”:
infatti non
distruggevo i miei giochi !). Condividevo
l'intento
educativo di scoprire nuove cose e l'esuberanza
distruttiva
di Stefano era proverbiale (nota a tutti, l’inglese
“fame”)
in questo. “Dollari archi-batteri”
intende un altro
orologio,
quello con la fantasia dei dollari sul cinturino che
regalai
alla mia baby-sitter (collezionista accanita di orologi).
Puntualmente
lei lo passò ad Archimede, il marito, dal
momento
che era solo un plasticone che batteva i coperchi (in
effetti
l'avevo vinto alle giostre, nicknameri
“faggi dattiliferi”)
e
non un autentico swatch…-