~56~
brividi
proliferi
zucche
pupazzi
mummie
mutanti
tragico
timbro
fissore
egitto
-I
“Piccoli Brividi” erano tascabili libri gialli dalle pagine
verdi
in una collana di tanti (“tanti” in “mutanti”) volumi.
I
loro protagonisti più noti consistevano in zucche malefiche,
quelle
di Halloween, pupazzi parlanti con ventriloqui
impauriti,
mummie e sarcofagi, scienziati pazzi
(“pazzi”
in
“pupazzi”)... Il mio primo
Piccoli Brividi, intitolato
“L'attacco
del mutante”, era l'ultimo superstite sugli scaffali
della
libreria “Fissore”. Ero rimasta affascinata dal
Piccoli
Brividi sull'Egitto che Stefano ostentò al doposcuola
per
leggerlo con Davide (“tragico”).
Era così desideroso di
voltare
pagina in preda alla suspence più sfrenata che Davide
gli
dovette sequestrare il libro prima di andare a giocare a
pallone...
Erano davvero avvincenti quei libretti: infatti,
divorandoli
con frenesia, duravano pochi giorni. Inoltre la
macchia
d'inchiostro, alla fine di ogni capitolo, faceva venire
voglia
di proseguire: era una specie di segnale (“timbro”)
a
indicare le situazioni di paura. A Stefano interessavano
soprattutto
le trame, erano il suo “chiodo fisso” (ecco
cosa
diventa
il cognome Fissore, dal titolare di una nota libreria
locale):
queste ultime risultavano spesso ottimi argomenti di
lunghe,
lunghissime telefonate (era dispendioso parlare per ore,
“ore”
in “fissore”, al telefono !)... Un'estate ero arrivata al
punto
di leggerne così tanti da avere sempre un proliferarsi
di
trame nuove...-
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rane
frenieri
fritto
giulivo
moto
pulcino
neve
di straccio
serpe
d’insipido
-“Fritto
giulivo” è da collegare a “neve”: lo zio aveva creduto
all'assurda
ipotesi di poter friggere la neve ! Era spesso vittima,
da
piccolo, di scherzi simili a quello dei “frittini di neve”:
“pulcino”
sta per un vecchio giocattolo di cui mio zio contestò
la
pericolosità dal momento che era di latta. “Moto” va con
“rane”
e “straccio”: una motoretta
giocattolo mi era stata
regalata
dall'amica di mia mamma che diceva sempre “la mia
vita
è uno straccio”; lavorava nei pressi di una cartoleria e
aveva
stretto amicizia con la signora che la gestiva, andando
perciò
da lei in tempo di regali. La cartolaia, avendo parlato
con
mia mamma dell'amica in comune, aveva usato, per
descriverla,
l'espressione “ranare”, esprimendo la sua scarsa
intraprendenza.“Serpe
d'insipido” racconta la mania di Matteo
di
mangiare sale sciolto e di salare troppo gli alimenti.
Durante
una gita avevo scoperto quel suo vizio alimentare
molto
rimproverato (redarguito, “freni/eri”) da sua madre.
Questo
nicknameri si prende gioco di me e della mia bravura:
altro
che “serpe d'insipido”, è l'esatto opposto ! “Re ” in
“frenieri”
indica un’altra gita, molto caldeggiata da Stefano,
in
cui si ritroverà il pulcino di questo nicknameri: profetizzo
tale
episodio nel filtro “oboli teneri”.-
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angeli
archibugieri
bella
lista
figura
bestia
fiere
voragini
macine
frassini
-Completare
un album di figurine era un momento di notevole
gioia,
addirittura se ne rendevano partecipi i famigliari...
Intanto
si cominciava a sognare quel momento quando
iniziavano
a mancare pochissime figurine (“figura”) e si
sfogliava
l'album con fierezza andando a enfatizzarne le due,
tre
voragini (in corrispondenza delle figurine mancanti).
In
una lista a parte si segnavano i pochi numeri: in questo caso
specifico,
le figurine avevano, per soggetti, i protagonisti del
cartone
“La Bella e la Bestia”. Avevo invitato
al cinema
(“macine” per “cinema ”) mia cugina (“frassini”) a vedere il
capolavoro
d'animazione da cui, come di consueto, era stato
tratto
l'album. La mattina che mi fece esultare di gioia per la
conquista
dell'ultima figurina mancante era iniziata male:
Angela
aveva l'influenza e suo marito, Archimede (“ar chi”
in
“archibugieri”), aveva telefonato per avvisarci della sua
assenza
(“archibugieri” in cui “bùgia” ha il dialettale
significato
di “stare riparato, al caldo”). Dalla frenetica corsa
al
prescuola, in
attività già dalle sette (dall’alba, “est” in
“bestia”
per il levar del sole), era scaturito il magico s cambio
di
figurine: “re” in “fiere” (che esprime pure “bestia” al
plurale)
sta a simboleggiare l'assidua pratica degli scambi
intrattenuti,
il più delle volte, con Stefano...-