~191~
ciechi
pasticceri
foche
torte
tonde
forme
pigri
debutti
zoccole
trucchi
-Invece
delle classiche torte di compleanno, soprattutto alla
scuola
materna dove debuttai (“pigri debutti” indica i primi
compleanni
in un contesto non più solo familiare, bensì
scolastico),
Mariella (“pigri”) e Suor Lucia preferivano
pasticcini
(“ciechi pasticceri”), procaccine (“foche”) e altre
simili
maneggevoli trovate...“Tonde forme” esprime paste
rotonde
nel formato e arricchite da una superficie zuccherata
(per
me, l’inglese “ for/me”, erano le paste più buone
fra
tutte le tipologie presenti).“Zoccole trucchi” indica
la
pasticceria più rinomata della città, l’antica
“Pasticceria
Zoccola”:
una ragazza che lavorava presso quell’esercizio,
dopo
aver appreso i trucchi del
mestiere (“debutti” evoca
anche
il nicknameri “nodi butteri”), aprì una pasticceria
~192~
biro
omeri
querce
conti
faggi
botti
acide
sirene
angeli
catene
-“Querce
conti” indica il conto dedicato ai bambini che mia
mamma
(“querce”) mi aprì in banca. Allegata al mio libretto
di
risparmio mi venne elargita una cassetta, quella
dell'“Odissea”;
a questo proposito le “sirene” esprimono sia
quelle
di Ulisse sia la famosa sirenetta del cartone disney cui
era
riferito il videogioco che
mi regalò Angela (“angeli”)
e
che Stefano (“re ” in “sirene”) snobbò ritenendolo troppo
femminile.
“Biro omeri” intende le biro a catenella che si
trovavano
in banca: alla sottoscritta piaceva utilizzarle durante
le
tediose attese che spesso dovevo fronteggiare quando
i
miei genitori mi portavano in varie banche (“faggi botti”
intende
i “bot” in cui papà riponeva grande fiducia ...).
“Catene”
esprime, tuttavia, anche il cognome di un bidello,
un
certo “Catena”, appunto, costretto a portare occhiali scuri
in
seguito a un gesto di gelosia: una sua fidanzata tradita gli
aveva
lanciato dell'acido in faccia per sfigurarlo !
“Omeri”
indica naturalmente Omero, l'autore dell'Odissea:
~193~
pari
dispareri
querce
rami
furie
faggi
urti
giorni
funghi
forni
-“Querce
rami” intende un'amica di mia mamma (“querce”)
di
nome Irma (“Irma ” in “rami”) alla quale era solita vendere
i
piatti che dipingeva. Aveva frequentato, in gioventù, un corso
di
pittura arrivando a considerare quest'ultima un vero e
proprio
hobby. Hobby che mio padre non sopportava (“furie
faggi”)
soprattutto quando mamma diceva, rifiutandosi di
uscire
la domenica, che si divertiva di più a pitturare un piatto
per
Irma ! “Urti giorni” indica le polemiche che
intratteneva
con
la titolare del forno, necessario per la cottura dei piatti
dipinti:
in quel modo, infatti, il colore veniva fissato in modo
permanente
alla superficie, di solito la ceramica.
Spesso
il ritiro slittava di qualche giorno (“urti giorni”)
poiché
la ragazza che gestiva la cottura aspettava di
riempire
completamente il forno prima di procedere; per
giustificare
i ritardi adduceva disparate motivazioni
invece
di ammettere quella più ovvia, fare economia.
“Funghi”
intende la tematica più ricorrente
dei piatti
dipinti
per Irma che era solita richiederli come idea regalo
per
la figlia (“rami”).“Pari dispareri” indica il classico
“pari
o dispari”: io ero sempre dispari, Stefano (“re” in