martedì 12 giugno 2018

220-222

~220~
bingo billeri

penne logo
cartine twingo
microbi stormi
frassini galli

-Per promuovere le Twingo, la concessionaria vicino alla
scuola aveva indetto un concorso per le classi: il premio di
partecipazione consisteva in una fantastica penna siglata dal
nome dell'utilitaria dalle linee morbide e gradevoli. Anche il
logo della “Twingo” conservava, nel carattere della scritta,
lo stesso design arrotondato. “Microbi stormi” intende la
poderosa presenza della minuscola vettura che si diffuse a
macchia d'olio. “Cartine” esprime sia la macchinina (il “car”
inglese) sia, in collegamento con “penne”, una bizzarra penna
allungabile con funzione di asta per segnare le cartine
geografiche. “Bingo billeri” (“billeri”, con “galli”, indica i
calcetti “balilla” dal momento che galline e galli identificano
i biliardini, nicknameri “tragicomici portieri”) sta per
il concorso a premi (“bingo”) organizzato dalla famosa
concessionaria francese: “galli” non intende solo la nazionalità
(a proposito di nazionalità, in Cina il gallo è un segno zodiacale,
come “gemelli”, l'inglese “twin” in “twingo”) gallica, ma
anche l'abilità di mio zio (“frassini”) nel domare i galli,
pericolosi per le violente (l'inglese “storm” indica il famoso
Cime tempestose” esprimendo l'usanza di posizionare piccoli
galli in ferro come segnavento su tetti e comignoli) beccate...-

 
~221~
urli conchiferi

piccoli faggi
brividi seggi
foto mummie
chine anguille

-Un anno mio padre (“faggi”) riuscì a trascinarmi sul “trenino
fantasma” delle giostre. In effetti, dopo tutte le storie di paura
che conoscevo leggendo i “Piccoli Brividi”, mi sentivo pronta a
tutto. Quello che vidi, tuttavia, superava anche la più fervida
immaginazione di Stine, lo scrittore (autore dei “Piccoli
Brividi”, nicknameri “brividi proliferi”) statunitense che
all'epoca era il mio idolo. Fra le immancabili urla che
eruttavano stereo ben nascosti e gli improvvisi manichini qua e
là, tutta stretta a mio padre nell'abitacolo (“seggi” indica i
seggiolini) del vagoncino che sbandava a più non posso, notai
una mummia avvolta in varie bende che lasciavano intravvedere
un paio di scarpe Nike (“chine” per “nike”) ! Ricky (“anguille”)
era patito di quella marca a tal punto da farsi rasare il logo
della nike sulla nuca a zero ! La rivoluzionaria novità del
trenino fantasma” consisteva nella consegna (“con/chi/feri”
intende i petulanti “chi ? ” al momento di ritirare le foto
corrispondenti) istantanea della propria “foto da urlo”:
un lusso per un'era ancora ferma ai rullini...-

 
~222~
grami zorattieri

fifa di cattedra
gelida lampada
sabati faggio
cassa diverbio

-Al sabato pomeriggio, prima di andare da mio cugino a
giocare a Fifa, mi facevo portare in un grande magazzino, il
Mercatone Zeta” (“z/orattieri”). Lì mio padre (“faggio”) mi
comprò una scrivania (“cattedra”) in legno di faggio (da cui il
suo nickname) ma, dal momento che era praticato un selvaggio
fai da te”, si ritrovò a dover chiamare un falegname per la
fase di assemblaggio spendendo alla fine più del prezzo del
mobile ! Era pur vero che il Mercatone Zeta aveva il vantaggio
di proporre prezzi molto concorrenziali, per non dire esigui, ma
questo andava a discapito della qualità. “I prodotti sono grami
(scadenti)”: sentenziava papà. Stessa sorte della scrivania
capitò a una lampada a forma di orso polare (“gelida
lampada”): a questa mancava un accessorio indispensabile
al suo funzionamento e, anche se l'acquistammo a prezzo molto
ribassato, spendemmo tantissimo a farla aggiustare. Le code
di un'ora (“zorattieri”: erano così lunghe da poter ingannare
l’attesa riuscendo a finire tutto un Topolino, da “ratti”!) alla
cassa facevano desistere (e arrabbiare,“diverbio”) mio padre e,
di conseguenza (ero trascinata, “rami” da “grami”, via), anche
la sottoscritta dagli acquisti meno urgenti…-