~220~
bingo
billeri
penne
logo
cartine
twingo
microbi
stormi
frassini
galli
-Per
promuovere le Twingo, la concessionaria vicino alla
scuola
aveva indetto un concorso per le classi: il premio di
partecipazione
consisteva in una fantastica penna siglata dal
nome
dell'utilitaria dalle linee morbide e gradevoli. Anche il
logo
della “Twingo” conservava, nel carattere della scritta,
lo
stesso
design arrotondato. “Microbi stormi” intende la
poderosa
presenza della minuscola vettura che si diffuse a
macchia
d'olio. “Cartine” esprime sia la macchinina
(il “car”
inglese)
sia, in collegamento con “penne”, una bizzarra penna
allungabile
con funzione di asta per segnare le cartine
geografiche.
“Bingo billeri” (“billeri”, con “galli”, indica i
calcetti
“balilla” dal momento che galline e galli identificano
i
biliardini, nicknameri “tragicomici portieri”) sta per
il
concorso
a premi (“bingo”) organizzato dalla famosa
concessionaria
francese: “galli” non intende solo la nazionalità
(a
proposito di nazionalità, in Cina il gallo è un segno zodiacale,
come
“gemelli”, l'inglese “twin” in “twingo”) gallica, ma
anche
l'abilità
di mio zio (“frassini”) nel domare i galli,
pericolosi
per le violente (l'inglese “storm” indica il famoso
“Cime
tempestose” esprimendo l'usanza di posizionare piccoli
~221~
urli
conchiferi
piccoli
faggi
brividi
seggi
foto
mummie
chine
anguille
-Un
anno mio padre (“faggi”) riuscì a trascinarmi sul “trenino
fantasma”
delle giostre. In effetti, dopo tutte le storie di paura
che
conoscevo leggendo i “Piccoli Brividi”, mi sentivo pronta a
tutto.
Quello che vidi, tuttavia, superava anche la più fervida
immaginazione
di Stine, lo scrittore (autore
dei “Piccoli
Brividi”,
nicknameri “brividi proliferi”) statunitense
che
all'epoca
era il mio idolo. Fra le immancabili urla che
eruttavano
stereo ben nascosti e gli improvvisi manichini qua e
là,
tutta stretta a mio padre nell'abitacolo (“seggi” indica i
seggiolini)
del vagoncino che sbandava a più non posso, notai
una
mummia avvolta in varie bende che lasciavano intravvedere
un
paio di scarpe
Nike (“chine” per “nike”) ! Ricky (“anguille”)
era
patito di quella marca a tal punto da farsi rasare il logo
della
nike sulla nuca a zero ! La rivoluzionaria novità del
“trenino
fantasma” consisteva nella consegna (“con/chi/feri”
intende
i petulanti
“chi ? ” al momento di ritirare le foto
corrispondenti)
istantanea della propria “foto da urlo”:
~222~
grami
zorattieri
fifa
di cattedra
gelida
lampada
sabati
faggio
cassa
diverbio
-Al
sabato pomeriggio, prima di andare da mio cugino a
giocare
a Fifa, mi facevo portare in un grande magazzino, il
“Mercatone
Zeta” (“z/orattieri”). Lì mio padre (“faggio”) mi
comprò
una scrivania (“cattedra”) in legno di faggio (da cui il
suo
nickname) ma, dal momento che era praticato un selvaggio
“fai
da te”, si ritrovò a dover chiamare un falegname per la
fase
di assemblaggio spendendo alla fine più del prezzo del
mobile
! Era pur vero che il Mercatone Zeta aveva il vantaggio
di
proporre prezzi molto concorrenziali, per non dire esigui, ma
questo
andava a discapito della qualità. “I prodotti sono grami
(scadenti)”:
sentenziava papà. Stessa sorte della scrivania
capitò
a una lampada a forma di orso polare (“gelida
lampada”):
a questa mancava un accessorio
indispensabile
al
suo funzionamento e, anche se l'acquistammo a prezzo molto
ribassato,
spendemmo tantissimo a farla aggiustare. Le code
di
un'ora (“zorattieri”: erano così lunghe da poter ingannare
l’attesa
riuscendo a finire tutto un Topolino, da “ratti”!) alla
cassa
facevano desistere (e arrabbiare,“diverbio”) mio padre e,
di
conseguenza (ero trascinata, “rami” da “grami”, via), anche