martedì 12 giugno 2018

266-268

~266~
rauchi vaporieri

franca febbre
mare di tacco
otto dicembre
cafarnao sacco

-L'otto dicembre, giorno dell'Immacolata Concezione, era
un'occasione davvero solenne e le Suore erano solite preparare
una pomposa Messa cantata alla quale erano presenti
innumerevoli persone; per dare un'idea vaga sul numero delle
presenze, è sufficiente moltiplicare per due (i genitori)
il numero (circa cinquanta) dei bambini implicati nella recita
canora. Al risultato occorre aggiungere gli altri parenti (fratelli,
sorelle, nonni, amici...), persone comuni interessate alle
celebrazioni e, perché no, anche gli insegnanti (ad esempio, ero
riuscita a distinguere la maestra Franca, “franca”, tra la folla).
Febbre” è da collegare a “sacco” (cognome di Roberta) e
a “tacco” (sta per un'altra Roberta): fra i solisti di quell'otto
dicembre aveva debuttato la Roberta (un’altra ancora) che
aveva aderito al soggiorno estivo organizzato in montagna,
ammalandosi quasi subito. Come l'esuberante Nicolò (“mare”),
Roberta aveva cantato la strofa dell'impronunciabile (allora lo
era) Cafarnao senza tradire difficoltà: inoltre era pure riuscita
ad evitare le puntuali raucedini al sopraggiungere delle recite.
Risultava consigliabile un massiccio aerosol (“rauchi
vaporieri”) ! Il “re” è contenuto in ben tre (numero perfetto)
parole forse perché il suo momento perfetto, il Natale, era
ormai vicinissimo (l’inglese “far” in “cafarnao” è 
un magico inganno)...-


~267~
crucci ortotteri

tragico faggio
copioso tacco
franca agreste
unica serpe

-Si narra l'abitudine di Roberta (“tacco ”: in quel periodo
ostentava moltissimi ciucci, da “crucci”, di plastica colorata
appesi allo zaino, all’astuccio… Approfondisce ciò il
nicknameri “rari toreri”) di aiutarmi (“pio” in “copioso”),
mediante dettatura, a copiare i miei prolissi temi. Infatti finiva
la sua bella copia quando la sottoscritta era ancora a metà
della brutta ! Forse lei era troppo sintetica, ma allo stesso
tempo ero prolissa anch'io ! Alle sei, sette facciate di foglio
protocollo non c'era rimedio: trascrivendo in fretta e furia per
scongiurare lo scadere del tempo previsto per la consegna,
arrivavo a commettere errori di trascrizione (“crucci ortotteri”
indica, appunto, le sviste di ortografia). “Franca agreste”
esprime le domande sull'agricoltura (nicknameri “stoppie
spaventapasseri”) che la maestra Franca mi faceva sapendo
il mestiere di mio padre (“faggio”). Era imbarazzante
ammettere che non ero affatto pratica di campagna avendo
scelto di vivere in città (fin dalla nascita, “est” in “agreste”),
a differenza di Stefano (“re” in “agreste”).“Tragico faggio”,
con “unica serpe”, esprime il disappunto del papà di Davide
nel sapere che solo Matteo e la sottoscritta avevano finito
gli orali il primo giorno d'esame. Sarebbe stato sicuramente
contento di risparmiarsi un'altra adrenalinica nottata dal
momento che Davide, al sopraggiungere dell'esame, era solito
ripassare con lui...-


~268~
tre barattieri

panda a noleggio
pila triangolo
godzilla spiagge
seggio disabile

-Un'estate escogitai di noleggiare il mio gameboy ad Antonio
(“panda a noleggio”): questo noleggio era stato accordato in
cambio di un bel mazzetto di schede telefoniche (“triangolo”);
quella collezione divenne così in voga che ero riuscita
a scambiare delle tessere anche durante la vacanza a Pila,
nota località di montagna. Antonio riusciva a procurarsene
moltissime dal momento che “profanava” (“bara” in
barattieri”) cabine e strategici (perfetti, “tre” è numero
perfetto) punti in corrispondenza della stazione. “Spiagge”
esprime la vacanza al mare durante la quale cercai di
racimolarne un bel po' perlustrando le cabine del lungomare,
in prossimità di chioschi, edicole (“ratti” in “barattieri” indica
Topolino) e bar (“bar” in “barattieri”).“Tre barattieri”
intende i numerosi baratti di giochi intrattenuti con Stefano
(“re” in “tre”).“Godzilla” va con “seggio disabile”
esprimendo il suo vivo desiderio di non alzarsi continuamente
dalla scrivania della classe: essendo collocato un citofono
all'ingresso dell'aula, Suor Lorenzina aveva l'onere di
rispondere ai molteplici squilli. In quel frangente la Suora
(“pia” in “spiagge”) aveva espresso il desiderio di 
poter disporre di una delle sedie telecomandate di 
cui usufruiscono i disabili…-