~155~
tredici
pinzocheri
ciuffi
ribelli
buddha
capelli
vette
libri
sdegni
amici
-Fino
ai tredici anni (l'ultima volta in occasione del mio
tredicesimo
compleanno) la mia pettinatrice fu Laura. All'inizio
doveva
addirittura collocare una montagna di cuscini sulla
sedia
affinché arrivassi al lavatesta... Elogiava spesso i miei
capelli
con adulatori “che bei capelli !” (“belli” in “ribelli”):
“ciuffi
ribelli” intende quelli del figlio (di nome Stefano, “re”
in
“tredici”) adolescente che era solito farsi fare una piega
veloce
e correre via dai suoi amici, fiero dei suoi ciuffi ribelli.
Io,
al contrario, rimanevo anche tutto il pomeriggio a curiosare
fra
i suoi intriganti oggetti del mestiere (“pinzocheri” indica
utensili
molto simili alle pinze) e a intrattenere, con battute e
siparietti
vari, le clienti. Di solito queste ultime mi chiedevano
che
scuola frequentassi ricevendo, come pronta risposta,
l'euforico
“scuola De Amicis” (in “sdegni amici”) o “De
Àmicis”
alla napoletana e subito ridevano (facendo le oche, da
“pinzocheri”)...
La pettinatrice era una patita di escursioni in
montagna
(“vette”), divorava un libro dopo l'altro e professava
una
misteriosa religione, quella buddista: saperlo
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divini
salumieri
trito
golfo
hobby
faggio
colla
natale
asso
filiale
-Le
fese di carne e perfino la carne a fette m'ingolfavano, allora
i
miei decisero di comprarmi la carne
tritata (“trito golfo”).
In
via Dante (“divini”) era ubicata una macelleria gestita da un
ragazzo,
un certo Alessandro (“Ale” è contenuto in “filiale”),
molto
volenteroso, anche troppo, dal momento che ci rivelava
d'aspettare
con ansia il Natale solo per smaltire il sonno
arretrato
! “Colla” va con “asso” a formare la parola
“collasso”,
malessere di cui soffriva quel ragazzo stremato
dagli
orari dell'allevamento che prevedevano levatacce molto
mattiniere
per dare da mangiare agli animali e dalla presenza
al
negozio di via Dante, come salumiere. Oltre all'esercizio
cittadino
esisteva pure una piccola filiale gestita dal papà
(“faggio”)
di Alessandro nei pressi di Lobbi (“hobby”), paesino
di
campagna abitato per circa sei mesi, in corrispondenza
dell'estate,
da mia nonna, assidua cliente di entrambe le
macellerie.-
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finti
laticiferi
sapienti
niffi
divini
tafani
fata
bambini
querceti
indiani
-“Fata
bambini” indica il nome (“La Fata dei Bambini”) della
giocheria
di via Dante (“divini”), inutile ribadire,
frequente
meta,
all'epoca, della sottoscritta. Le vetrine erano spesso
consacrate
a minuziose fattorie in cui non potevano
mancare
i maiali (niffo: muso del maiale) in plastica.
“Sapienti”
( “pie” esprime qualcosa che non ho
voglia di
rivelare)
intende, con la prima sillaba di “niffi”, i “paurosi”
(“tafa”
in “tafani” per indicare la paura di aprire le
prevedibili,
voluminose scatole rettangolari: in effetti si
verificavano
gli antipatici frangenti di ricevere molti doppi
in
regalo !) Sapientini. Per fortuna la giocheria aveva
acconsentito
alla proposta di scambio.“Querceti indiani”
intende
i nevrotici pomeriggi immolati all'artificioso
assemblaggio
dei lego e alla tediosa, ma indispensabile lettura
del
manuale d'istruzioni.
Mia madre (“querceti”), dopo vari
crolli
di pezzi dell'accampamento indiano, aveva
rinunciato...“Finti
laticiferi” indica il latte finto che si trovava
all'interno
dei biberon giocattolo o i tremendi insetti