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ceppi
beceri
scaltra pece
estinti
diari
faggi
fini
peli
compari
-“Scaltra
pece” esprime un'esile commessa, vispa e dai capelli
color
pece che lavorava presso un negozio basato sulla
riparazione
di merce elettronica. In un'epoca ancora a base di
pile
(“pile” in “peli compari”), quella ragazza spigliata faceva
della
Cep (“prodotti e componenti elettroniche” in “pece ”) un
crocevia
di mistero e curiosità arrampicandosi spesso su
frasi
passpartout
del tipo “non è compatibile”,“è necessario
un
adattatore”, frasi che ammutolivano già solo per la scaltra
sicurezza
con cui venivano pronunciate... “Estinti diari”
intende
l'agenda elettronica acquistata alla Cep, quella di
Stefano
era siglata dai Power
Ranger (“estinti” indica le loro
trasformazioni
in dinosauri, animali estinti, nicknameri “zaini
forneri”).
“Ceppi beceri” intende il fatto che alcuni commessi
del
negozio, tempo dopo, si misero in proprio e aprirono la
“Ceb
” (“bec/eri”) tradendo le loro origini (“ceppi” indica,
appunto,
l'origine
della stirpe, nicknameri “lumi infermieri”):
infatti
la clientela li seguì a discapito dell'altro
esercizio.“Faggi
fini” indica un comizio organizzato dal noto
politico
Fini, visto in giro per la città un pomeriggio da mio
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mari
psocotteri
salvi
cubi
fughe
tori
cachi
pediatra
faggi
regata
-Il
dottor Salvi (“salvi”) era il mio pediatra. Appena nata,
tuttavia,
andavamo da una dottoressa di Valenza (città famosa
per
l'oro,“tori” intende “t'ori”). Mio papà (“faggi”) aveva
ancora
la Regata, l'unica macchina di cui non possiedo ricordi
molto
nitidi. Stessa cosa per l'aneddoto che mi tramandò tempo
dopo
mia madre: mi capitò addirittura di fare la cacca
(“cachi”)
sul
lettino della pediatra che, invece di disapprovare quel gesto,
ne
fu felice dal momento che poteva avanzare una diagnosi in
tempo
reale ! Tornando al dottor Salvi, esponeva all'interno del
suo
studio parecchi giocattoli indispensabili per approcciarsi ai
puerili
pazienti. In particolare “cubi” intende quello di Rubik
(Stefano,
“re” in “regata”, aveva escogitato di smontarlo)
che
Nicolò aveva con delle raffigurazioni da assemblare come
puzzle
(“mari psocotteri”). Chiedevo a mia madre di convincere
il
dottore a regalarmene qualcuno, ma lei era tutta intenta a
uscire
in fretta (“fughe”) dal suo studio dopo avergli infilato
i
soldi nel taschino mentre altri pazienti scalpitavano per
entrare...
Per non chiederglieli adduceva pure il fatto che quei
giochi
fossero pieni di microbi: infatti erano maneggiati da
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gnomi
cheliceri
quattro
ruote
radio
tandem
faggi
pretendenti
luci
non vedenti
-Durante
le mie sedute dentistiche, mio padre rimaneva in sala
d'attesa
sfogliando la sua rivista preferita, “Quattro Ruote”.
La
sottoscritta, avendo solo sei, sette anni (“gnomi”), inutile
dirlo,
faceva i classici capricci in modo da far durare le sedute
un'eternità.
Al momento di fare l'anestesia il dentista veniva
dissuaso
dai miei convinti urli “No, Michele !” (“gnomi
cheliceri”
intende la magica formula “no” più il nome del
dentista,
allora senza figli: infatti “faggi pretendenti” indica
sia
il mestiere, evidenziato dal “denti”, sia il fatto che di
lì a
poco
sarebbe diventato padre). “Radio” non è l'osso bensì la
radio
a tutto volume che il dentista adottava per smorzare la
tensione
e ingannare il tempo delle sedute...“Tandem” va con
“luci
non vedenti” intendendo l'insolito velocipede che avevo
notato
ospitare Lucia (amichevolmente “Lu ci”), una ragazza
non
vedente che, ironia della sorte, era stata chiamata proprio
come
la Santa protettrice della vista (abitava in campagna
nello
stesso paesino di Stefano, “re” in “pretendenti”). “Lu ci”
intende
pure la lampada maneggiata dal dentista: la ditta
produttrice
si chiamava “Kavolux”, proprio una parola