martedì 12 giugno 2018

203-205

~203~
fuoco ovigeri

cibi sigari
finti giovani
ratti resti
caldi vetri

-La tabaccheria centrale, situata appena dopo l’edicola (dove
compravo Topolino,“ratti”), era gestita da un ragazzo parente
di Giovanna (“giovani”), la cuoca del doposcuola. “Finti
giovani” intende anche il fatto che quel ragazzo, sebbene non
dimostrasse la sua età, aveva già una quarantina d'anni !
Era un patito di ciclismo e, per la sua notevole velocità di
pedalata, avrebbe anche potuto gareggiare ! Lo si vedeva
sfrecciare in bici (“cibi” per “bici”) a gran velocità, forse
impegnato in consegne e ritiri di merce: era abbastanza
claustrofobica la sua tabaccheria, un'intera parete era
tappezzata di sigarette (“sigari”) e dolciumi (di cui Stefano,
re” in “resti”, faceva incetta). “Ratti resti” intende lo strano
vizio di dare il resto sbagliato, ma quasi mai per eccesso (qui
ratti” si rifà, come nel nicknameri “ratti sluiteri”, al famoso
ratto delle Sabine”).“Caldi vetri” indica quelli appannati
dal fiato durante l'inverno: fermandomi un mucchio di tempo a
fissare i giocattoli esposti, il vetro si appannava a causa del
vapore esternato (era anche molto divertente scrivere sui
vetri !). “Fuoco ovigeri” indica la volta in cui mia madre chiese
in tabaccheria di poter chiamare i vigili del fuoco dal momento
che non riusciva ad aprire la porta di casa. A telefonata
negata, ripiegò sull'utilizzo di un gettone:“ovigeri” intende la
rotondità del gettone telefonico; con “finti”, invece, esprime
l'“uovo finto”, immancabile scherzo esibito dalla tabaccheria
a Carnevale. Essendo di plastica, la caduta non provocava
alcuna rottura...-

 
~204~
inni nannuferi

equi faggi
compleanni
quercia colonia
stella condanna

-“Equi faggi” intende il papà di Annamaria (“condanna”), la
figlia di una cara amica di mia mamma che aveva condiviso con
lei il periodo delle colonie estive. Invitata a un suo compleanno,
avevo visto suo padre portarla a cavalluccio (“equi”, infatti, sta
per “equino”: in via San Lorenzo, “stella”, era situata una
rinomata macelleria equina). Oltre al classico nascondino,
giocammo a “Un, due, tre... Stella !”; a questo famoso gioco
fa pure riferimento il drammatico destino di quella famiglia:
alla morte del papà di Annamaria si aggiunse quella del nonno
e di lì a poco perfino quella della madre (“quercia”), quindi
tre persone ! Era stata una vera strage (metamorfosi di
condanna”) causata, molto probabilmente, dalle radiazioni
cui si espose, per motivi lavorativi, un membro della famiglia
che, in seguito, contagiò gli altri. “Inni nannuferi” indica
un'altra amica di mia madre che conosceva molto bene quella
famiglia: abitava con l'anziana madre alla quale avevo cantato
i canti (“inni”) del doposcuola. Chiamava tutti i bambini con
l'espressione dialettale “nanu” che significa, appunto,
bambino”. Per riferirmi a lei utilizzavo quel buffo termine
dicendo, ad esempio: “Andiamo a trovare Nanu ?”.
In realtà Nanu” si chiamava Sandra.-


~205~
big f uteri

scuole saette
quercia suina
nera laguna
foglie di brina

-Ogni mattina mia mamma (“quercia”) usciva di casa
prestissimo per andare a lavorare in una cittadina abbastanza
distante e doveva quindi prendere l'autobus (“saette”). Arrivata
a destinazione, la scuola da raggiungere era piuttosto
lontana dalla fermata. Lungo il tragitto mi raccontava di
incontrare puntualmente una gatta nera che abitava nei paraggi;
ironizzava con dei “se solo fossi superstiziosa”... Al mercato,
mi comprava dei simpatici maialini (“suina”) in plastica
oppure delle macchinette allora molto in auge e caratterizzate
da enormi ruote (si chiamavano “big foot”): avevano in seguito
dato vita a un videogioco incluso nel sistema operativo dei
computer (“big f uteri”: l'anno in cui nacque,“uteri”, il mio
primo computer, Windows 98, frequentavamo già le
Medie…).“Laguna”, associata a “brina”, forma (come
prestigiatore di parole ho qualche lacuna, da “laguna”) il nome
di un noto bar, il “Gambrinus”, dove mia mamma aveva
l'abitudine di comprarmi dei fortunatissimi ovetti kinder con
sorprese (“foglie”) molto ambite…-