~349~
scopi
veritieri
futili
ascese
faggi
discese
ariete
d’angeli
di
gnomi ciondoli
-Angela
(“d’angeli”) riponeva massima fiducia nell'oroscopo
(“scopi
veritieri”): infatti ogni mattina la mia baby-sitter
pretendeva
religioso silenzio al sopraggiungere della
trasmissione
televisiva dedicata all'oroscopo. Già all'apparir e
della
sigla iniziava a reclamare il silenzio dal momento che
il
suo segno, l'ariete, era il primo a essere espresso. Nutriva
anche
particolare interesse per le mie premonizioni che
realizzavo
grazie a un dispositivo elettronico. Occorreva
inserire
la data di nascita dell'interessato e un programmino
calcolava
il successo in amore, lavoro o soldi. Il numero dei
cuori
diminuiva a ogni premonizione ed era duro comunicarlo
ad
Angela ! Anche se abitavo al primo piano Angela prendeva
ugualmente
l'ascensore sia per salire che per scendere: mio
padre
(“faggi”) era del parere opposto ,
odiando il futile abuso
di
quel mezzo. Una mattina, in ascensore, Angela mi legò al
collo
un ciondolo molto di moda, un piccolo gnomo di resina,
assicurandomi
che mi avrebbe portato fortuna; allora decisi
di
collaudarlo (“tirarlo in ballo”, “tiri” da “riti” in
“veritieri”)
~350~
dispari
pareri
braccio
manipoli
ferro
foruncoli
di
sasso forbice
tragico
pollice
-Le
mani (“manipoli”) impartivano moltissimi (“poli” in
“manipoli”)
diversivi ludici,
a
cominciare dal celebre “braccio
di
ferro” (“ferro” anche per gli alimenti ricchi di ferro e
potassio
che Tiziana, l'allenatrice di basket, “foruncoli”, mi
consigliava
e per la domandina trabocchetto “pesa
di più un
chilo
di ferro o di piume ?” che faceva cadere molti). Pure
“carta,
forbice e sasso” era molto praticato essendo, nella
dinamica
di gioco, del tutto simile al classico “pari o dispari”.
Infatti
si giocava a coppie e, per ogni diverso binomio calato,
vinceva
rispettivamente un simbolo: la carta aveva la meglio
sul
sasso, la forbice sulla carta, il sasso sulla
forbice...“Tragico
pollice ” esprime il simpatico inganno visivo
che
Davide sapeva attuare mediante una precisa manovra:
il
suo dito indice veniva associato al pollice (esprime pure
il
detto “girarsi i pollici”) dell'altra mano dando l'illusione che
una
parte di quel dito si potesse staccare ! Stefano (“re” in
“pareri”),
invece, era solito simulare il braccio monco
nascondendo
(non facendo
vedere, “orbi” in “forbice”)
l'arto nel grembiule...-
l'arto nel grembiule...-
~351~
nervi
gefferi
tragici
punti
luridi
pugni
soffi
damaschi
lividi
baschi
-I
passatempi più gettonati nei pomeriggi in cui non si poteva
sfruttare
il cortile per condizioni atmosferiche avverse, erano
la
dama (“dama” in “damaschi”) e gli sport da tavolo.
La
prima decretava quasi sempre vincitore Davide (“tragici”):
in
effetti era un vero campione e la regola del soffio (“soffi”)
incrementava
le sue già schiaccianti vittorie... Essa consisteva
nel
soffiare (nell'aggiudicarsi) le pedine del giocatore che si
dimenticava
di mangiare. Gli sport da tavolo, dotati di capsula
protettiva
(“baschi”), erano disponibili nelle versioni calcio
(“pugni”
intende richiamare il calcio dal momento che
tale
formula
veniva usata durante le partite calcistiche: esprime
ciò
il nicknameri “pugni dazieri”) e basket. Quest'ultimo
alloggiava
il segnapunti in corrispondenza del canestro:
scattava
al passaggio della piccola sfera all'interno della rete.
Le
pulsantiere
venivano malmenate dai maschi (“maschi” in
“damaschi”)
che, pur di vincere, le prendevano addirittura
a
pugni ! Il rumore di quei colpi snervanti che provocavano
lividi
e, se visti, (“lividi” per “li vidi”) rimproveri, si ritrova
nella
magica onomatopea
“gef eff ” di “nervi gefferi”. “Luridi”
indica
le “gare a chi ride per primo”: occorreva fissare negli
occhi
lo sfidante evitando di ridere per primi.“Luridi pugni”
intende
pure il diversivo consistente nel nascondere qualcosa
in
un pugno chiuso, destro o sinistro, per poi indovinarlo.-