martedì 12 giugno 2018

358-360


~358~
gomma asteri

salute querce
vetture tende
giraffe angeli
di griffe regoli

-“Salute querce” esprime l'abitudinaria scorta di magliette
della salute che mia mamma (“querce”) faceva in una merceria
del centro: mi obbligava a portarle anche in piena estate !
Vetture tende” evoca quelle parasole della macchina: a mio
padre non piacevano, così mamma adattava allo scopo dei
fazzoletti di carta (o di stoffa: quelli raffiguranti icone dei
cartoni) tenuti fermi dal finestrino chiuso (occorreva, a tale
scopo, girare, da “giraffe”, una manopola interna)...“Giraffe
angeli” intende una bellissima giraffa misura altezza di stoffa,
un regalo di Angela (“angeli”), la mia baby-sitter.
Quest'ultima aveva un debole per le cose firmate (“di griffe
regoli”): innumerevoli (“regoli” intende gli strumenti
di calcolo) i regali griffati ricevuti...“Gomma asteri”,
infine, esprime le gomme da masticare a sigaretta
(nicknameri “resti minnesingheri”); spesso ostentate
da Stefano (“re ”in “vetture” e “regoli”), elargivano
barzellette e adesivi raffiguranti Asterix (“asteri”).-

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~359~
cibi posaceneri

magiche penne
querce d angurie
mario teina
chioccia dottrina

-La nonna Esterina, che chiamavo “Ina ” (“Ina” in
dottrina”), aveva l'abitudine di regalare argenterie alla
figlia per la festa della mamma (“querce ”) facendole credere
fossero opera mia e non sua (“chi” in “chioccia”). Dalle bici
(“bici” da “cibi”) ai posaceneri d'argento, passando per buffi
animaletti fra cui la chioccia con tanti pulcini... In quel periodo
veicolavano pure cibarie (“angurie”, “penne” esprime la
tipologia di pasta) in miniatura e altri sfiziosi oggettini
d'argento all'interno delle confezioni degli infusi di tè. Ero stata
stupita da una casetta che sul tetto riportava la scritta “tea”
per mezzo di forellini in cui far passare il liquido. Quella
tecnica avanzata nel design mi fece subito pensare a un livello
di “Super Mario” (“mario teina”) ambientato sul fondale
marino in cui le monete da raccogliere erano disposte in modo
da formare la parola “Mario”. “Magiche penne” esprime
quelle di Nicolò (“mar ” in “mario”) in grado di modificare da
sole il colore su particolari superfici a puntini neri (“neri”
in “posaceneri”).-

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~360~
tori barangeri

cigoli faggio
portoni buio
chiavi gazzelle
putti di querce

-“Cigoli” intende un certo “Cigolini” di cognome, un bambino
arrivato nella nostra classe solo gli ultimi due anni. Il padre
(“cigoli faggio”; “t'ori” identifica l'oro dal momento
che svolgeva la mansione di orefice) era morto (“bara”
in “barangeri”) da poco: sua madre (“querce”), per
sdrammatizzare il difficile frangente, aveva citato il proverbio
a volte si chiude una porta e si apre un portone”. Enrico,
il nome di quel bambino, era già abituato ad usare le chiavi
di casa: anch'io le avevo con me nello zaino dal momento che
Angela (“putti” in aggiunta al nickname “angeli”) mi
portava a scuola partendo da casa dopo che mamma era
uscita. Le gemelle (“gazzelle”) erano arrivate addirittura
a nascondermi le chiavi, inutile dire, senza ipotizzare le
disastrose conseguenze di quello scherzo ! Oltre alle chiavi
Enrico era un “grande” (adulto) perché non aveva più
paura del buio…-

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