~405~
christian
vieri
araba
forfora
potente
uncino
linda
corona
orfani
scherzi
-Le
Suore erano in grado di tamponare le problematiche
economiche
delle famiglie meno abbienti (che non navigavano
nell’oro,
“c/oro/na”). In una circostanza, ad esempio,
affidarono
temporaneamente un bambino (“potente” di
cognome)
a un 'altra famiglia: a Carnevale (“scherzi”) si
presentò
travestito da Capitan Uncino per aggiornarci sulla
sua
nuova sistemazione. Era contento di aver superato un
disagio
sociale che spesso risultava spunto di prese in giro
(sulla
forfora, ad esempio). Le Suore avevano assunto una
certa
Linda a fare le pulizie, ma anche per accogliere il figlio
Mustapha,
appena dopo l'immigrazione. Dal momento che
Mustapha
ha, in arabo, il significato di “Stefano”(“corona”,
in
aggiunta a
“re”), allora prendevo in giro quest'ultimo
chiamandolo
così. In rarissimi casi i bambini si fermavano
a
dormire dalle Suore: era uno di questi casi quello dei fratelli
Christian
(si chiamava come Vieri, il famoso calciatore)
e
Sebastian, forse orfani o comunque in serie difficoltà
economiche.
Ci rendevamo conto di ciò dal momento che
vedevamo
i nostri giochi smarriti o sequestrati finire nelle
loro
mani (nicknameri
“mais irbiferi”)...-
~406~
tomi
polimeri
accenti
matti
frase
di bulli
acino
d’unghia
cartesio
lotta
-Il
carattere eterogeneo delle classi (“polimeri”) insegnava a
tutti
qualcosa facendo conoscere realtà diverse dalla propria.
Ad
esempio la classe della maestra Sperandio, il cui nickname
è
nascosto in “tomi” dal momento che Tommy (“tomi”) faceva
“Speranza”
di cognome, confermava tale aspetto. Infatti
raggruppava
assortite classi in cui sorelle e fratelli di età
diversa
potevano, almeno nei compiti, incontrarsi e collaborare.
Se
finivo prima i miei compiti insegnavo qualcosa ai miei
colleghi
più piccoli e, viceversa, andavo a farmi istruire dai più
grandi.
La “a” di “accenti” si collega a “matti” per ottenere
“Mattia”
il cui cognome era “frase accentata ”, perciò
“Frasé”;
la sorella minore, Carlotta, si ritrova in “car/tesio
lotta”.
“Cartesio” si rifà ai dubbi sugli assi cartesiani che
spesso
facevano piangere Mattia,“bulli” intende sia le scarpe
“Bull
Boys” di quest'ultimo, sia la squadra dei “Chicago
Bulls”
di cui erano tifosissimi due bulli (capelli biondi, occhi
azzurri),
i fratelli Timoty e Nicol (nicknameri “panda
albogaleri”).
Infine sono citate le sorelle Silvia (“acino”)
e
Gianna (“unghia”).-
~407~
brevi
adultèri
ricami
enigmi
querce
segreti
godzilla
braccio
spumante
tappo
-Ogni
volta che arrivava una “new entry” al doposcuola le
Suore
si mostravano molto premurose con i genitori del nuovo
arrivato.
Quando arrivò Enrica, ad esempio, Suor Lorenzina
(“godzilla”)
la tenne sotto braccio per tutto
il pomeriggio
ricamando
a sua mamma (“querce”) tutti i pregi del
doposcuola,
a cominciare dal cortile. Enrica (“Enrica ”
in
“rica/mi en/igmi”) si limitava ai tipici segretucci
all'orecchio
della madre e, come avveniva spesso, occorreva
un
po' di tempo (di solito questa fase era breve) da trascorrere
con
figure adulte (“adultèri”) per collaudare un nuovo
ambiente.
Enrica aveva uno scoglio in più da superare, la
timidezza.
Invece di fermarsi ai banali saluti e alle enigmatiche
risposte
“no o sì”, improvvisamente
le esplose una foga
oratoria
a mo' di tappo di spumante e degna dello Stefano
(“re”
in “brevi”e “segreti”) più in vena ! Aveva stupito tutti,
in
particolare Suor Lorenzina, autrice del paragone di Enrica
al
tappo di spumante…-